Villaggio Ardeatino, Montagnano e località limitrofe dagli anni ’90 senza servizi essenziali e da 10 anni con acqua proveniente da pozzi inquinati

Villaggio Ardeatino, Montagnano e località limitrofe dagli anni ’90 senza servizi essenziali e da 10 anni con acqua proveniente da pozzi inquinati

Nessuna rete idrica o fognaria dagli anni ’90, cittadini che hanno utilizzato per anni metodi alternativi, da quando, nel 2015, l’acqua è stata dichiarata ufficialmente inquinata: questa è la triste fotografia dei residenti del Villaggio Ardeatino e non solo. L’area senza questi servizi essenziali è più vasta: stiamo parlando della zona di Montagnano e di circa 2300 residenti che da anni ormai si arrangiano con soluzioni non più sostenibili.

A riportare sotto i riflettori la drammatica situazione, il mancato servizio, nel mese di agosto, delle autobotti per circa una settimana. Solo venerdì 12 agosto è arrivato il nuovo carico di acqua potabile al Villaggio Ardeatino, rimasto letteralmente all’asciutto. Il quantitativo d’acqua per ogni famiglia è di circa 400 litri, considerato che la consegna non è giornaliera, in alcuni casi neanche sufficiente. Abbiamo parlato dell’attuale situazione con Ettore Ronconi, presidente del Comitato UST (Uniti per la Salvaguardia del Territorio), fondato nel 2021, che si batte per la costruzione dei servizi essenziali sul territorio. “L’acqua è un problema che dura da anni e la situazione è sicuramente peggiorata. I cittadini hanno taniche, bottiglie e alcuni di loro, che non scelgono il servizio a domicilio delle autobotti, si recano direttamente a prendere l’acqua alla fonte. Per quanto riguarda docce, stoviglie e altri servizi domestici l’acqua che viene usata è sempre quella dei pozzi, dichiarata inquinata”, fa sapere Ettore Ronconi.

grafiche aprile

Il presidente del Comitato UST, inoltre, ci ha spiegato come i cittadini hanno dovuto convivere con questa situazione dagli anni ’90, per quanto riguarda la mancanza dei servizi essenziali, e poi, solo nel 2021 tramite l’ordinanza del comune è stato messo in atto il sistema delle autobotti. Una soluzione certamente palliativa e che deve considerarsi necessariamente temporanea. “L’ordinanza che ha istituito le autobotti è un’azione insufficiente. Si parla ancora di costruire fontanelle come alternativa, di verificare lo stato dei pozzi all’interno del villaggio per rendere l’acqua di quest’ultimi potabile ma tutto questo non basta più. Parlare ancora di soluzioni alternative e medievali da adottare per più di 2000 persone sta diventando impensabile. Sono necessari i servizi essenziali anche per questa parte del comune di Ardea”. Anche perché, riteniamo che questa situazione non è certamente temporanea.

Intanto, con tutte le aggravanti di un’estate torrida, le soluzioni da adottare e i tempi in cui farlo restano ancora vaghi e imprecisati, ma sarebbe anche da sottolineare come delle persone, per oltre dieci anni, abbiano consumato, cucinato e bevuto acqua inquinata. Nel 2014 ARPA aveva già denunciato l’inquinamento delle acque e la ASL ROMA H, il 21 agosto 2015, aveva inviato un’informativa al sindaco di Ardea, comunicando che l’approvvigionamento idrico principale è rappresentato dai pozzi e che sul territorio sono presenti fattori potenziali di rischio per la falda (assenza di rete fognaria idrica, discarica di Roncigliano) e che la qualità dell’acqua è in alcune zone compromessa dalla presenza di contaminanti quali arsenico e fluoruri. Solo in seguito, sempre nel 2015, il comune ha posto il divieto di utilizzo per il consumo umano di acqua prelevata dai pozzi.

Abbiamo provato a contattare l’attuale amministrazione comunale per avere delucidazioni sulle possibili soluzioni da adottare per riportare alla normalità la qualità della vita di queste persone. Per adesso attendiamo risposte che non sono ancora giunte.

Ci auguriamo che il dialogo tra cittadini, amministrazione e il neosindaco di Ardea porti a dei risultati definitivi. Certamente la riapertura della discarica di Roncigliano, probabile causa dell’inquinamento delle falde, non ha giovato anche e soprattutto a livello psicologico per queste persone, che sono costretti a convivere con il terrore di un termovalorizzatore che sembra verrà costruito proprio vicino al Villaggio Ardeatino e alle zone di Montagnano.

Una situazione che continueremo a seguire, in atteso delle prossime mosse da parte di cittadini e comune.

Last Updated on 12 Settembre 2022 by AutoreL

AutoreL

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Tutti i diritti riservati