Un patto per la salute pubblica

Un patto per la salute pubblica

Tra i candidati al ruolo di consigliere per il comune di Albano, incontriamo Giorgia Bianchi, che si propone nella lista civica Insieme per Pavona, in accoppiata con Daniele Brunamonti in passato consigliere comunale, a sostegno di Matteo Mauro Orciuoli come sindaco.
Sposata e con due figli vive ad Albano Laziale, nel territorio di Pavona, dove è titolare di uno studio infermieristico privato.
Laureata in scienze infermieristiche, ha superato un master in management per le funzioni coordinamento sanitario.
La propensione ad aiutare il prossimo è diventata una professione che esercita nel territorio, per la gente. Il rapporto con la clientela si basa sulla fiducia, sulla conoscenza personale e sulla professionalità.
Il suo studio è diventato un punto di riferimento per molti abitanti di Pavona che grazie a lei, hanno scoperto l’importanza della figura dell’infermiere.
Per supportare le scelte politiche con il parere di una professionista del settore, per contribuire alla difesa della salute dei cittadini, per rilanciare una figura professionale poco nota e che può dar un contributo significativo al sistema sanitario, Giorgia scende in campo e si propone come consigliere.


Come nasce l’idea di candidarsi alla carica di consigliere comunale e perché hai scelto di farlo nella lista civica Insieme per Pavona?
L’idea nasce perché ho capito che per cambiare le cose, devi metterci la faccia e non restare a guardare il tuo Paese che da anni va a rotoli. Mi sono candidata con la lista civica perché vivo a Pavona praticamente da quando sono nata, mi è sembrata la scelta più coerente.


Perché un cittadino dovrebbe votare un infermiere tra i suoi rappresentanti comunali?
Per un solo motivo: l’infermiere è il responsabile della tutela salute da ogni punto di vista. Quando un infermiere si laurea recita un giuramento chiamato “patto infermiere-cittadino” a tutela della salute pubblica regolamentato dal codice deontologico degli infermieri. Questa è la nostra natura e la nostra missione.


Quali sono i principali obiettivi che intendi perseguire, se ti dovessero eleggere?
Gli obiettivi sono semplici e chiari. Il primo su tutti è l’attuazione su ogni fronte possibile dell’art. 32 della costituzione che definisce, in maniera controvertibile, che la salute è un diritto del cittadino e che lo Stato deve garantire a tutti. Se sarò nominata consigliere, metterò in atto un programma di educazione sanitaria nelle scuole attraverso l’inserimento dell’infermiere scolastico. Attuerò un piano per portare sostegno alle famiglie con disabilità, sia dal punto di vista economico che socio assistenziale. Inoltre, è mia intenzione condurre una campagna di screening per la prevenzione di primo e secondo livello. Infine, ma ultimo non importanza, intendo portare avanti la battaglia per il rispetto del patto “infermiere-cittadino” oggi puntualmente disatteso in molti ambiti. Il riconoscimento del ruolo infermieristico dal punto di vista pubblico e convenzionato, la valorizzazione di questa figura professionale, che oggi manca nella coscienza collettiva, porterà benefici al sistema sanitario pubblico e ai cittadini, che potranno usufruire di un servizio più agile e veloce.

Lo studio infermieristico privato di cui sei titolare, si ispira alla figura dell’infermiere di famiglia o comunità, una figura che si basa sulla fiducia, sul rapporto umano oltre che sulle tue competenze professionali. Pensi che queste relazioni che hai instaurato nel tempo, possano aiutarti in questa nuova avventura in cui ti sei lanciata?
Sinceramente non penso e non me lo auguro. Sono convinta che la professionalità esula dalla politica e non vorrei essere votata perché ho assistito qualcuno. Quello è un aspetto che fa parte della mia sfera professionale. Per l’affetto che nutro verso i miei pazienti, non smetterò di esercitare la mia attività, ma non per questo chiederò loro di essere votata. Piuttosto vorrei che mi scegliessero perché li ho convinti come candidato a rappresentare una categoria specifica. Io propongo un cambiamento dal punto di vista del management sanitario, oggi lacunoso sul profilo socio-assistenziale anche per l’assenza nel consiglio di un membro esperto nel settore.


Sei già impegnata nel Consiglio di Indirizzo Generale di ENPAPI, Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica, cosa ti aspetti, qualora dovessi essere votata, da un’esperienza politica legata al territorio in cui vivi e lavori?
Ricopro questo ruolo istituzionale con orgoglio e soddisfazione, ma sono stata eletta da pochi mesi. Anche in quell’ambito vorrei portare un forte cambiamento. Spero, vincendo le elezioni e lavorando fianco a fianco con l’amministrazione comunale del paese in cui risiedo, di poter apprendere sempre più velocemente come si fa politica, per offrire il mio contributo con la massima qualità e trasparenza. Sono fiduciosa perché quando faccio una cosa ci metto passione e cosi le difficoltà si superano più facilmente.


Perché la FNOPI, Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche, ha deciso di scendere in campo sostenendo, a prescindere dalla scelta politica, tutti gli infermieri che si candidando in un ruolo politico?
La FNOPI tutela gli infermieri e li dirige credendo fermamente nella crescita della professione. Non è importante la scelta politica piuttosto la scesa in campo. Lo abbiamo visto soprattutto con gli ultimi eventi legati al Covid, noi infermieri, in campo ci siamo sempre, soprattutto nei momenti difficili e un infermiere nelle amministrazioni comunali, può davvero fare la differenza.

Last Updated on 27 Marzo 2021 by

Redazione 2

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