Roma – Il calendario romano e le festività di dicembre
Roma – Dopo il 25 dicembre il nostro calendario registra un capodanno legale: quello del 1° gennaio. Le prime notizie che ne abbiamo risalgono addirittura al 191 a.C.
Il dio sotto la cui tutela erano posti tutti i passaggi (dalle soglie al calendario, appunto) era Giano bifronte che poteva guardare ad un tempo la fine e l’inizio dell’anno. Il primo gennaio i Romani erano soliti invitare a pranzo gli amici e consumare prelibatezze quali datteri e fichi generalmente accompagnati da ramoscelli di alloro, chiamati strenae (le nostre strenne), quale augurio di buona sorte e felicità.
Se il passaggio dal vecchio al nuovo anno era sotto la protezione di Giano, il primo giorno del mese era per i Romani dedicato a Giunone, la sposa e madre divina per eccellenza: la Chiesa contrappose, ancora una volta, alla festa pagana una festa cristiana consacrando il primo gennaio a Maria, genitrice del Verbo incarnato.
Un ulteriore tentativo di connotare in senso cristiano il capodanno viene evidenziato dall’attribuzione a S. Silvestro del 31 dicembre: il papa avrebbe infatti battezzato Costantino, ponendo definitivamente fine all’era pagana.
V’è infine un’ultima data di capodanno principalmente legata al mondo orientale, ed è quella del 6 gennaio, l’Epifania, che ricorda la manifestazione sensibile della divinità ai pagani rappresentati dai Magi. Nei primi secoli dell’evo moderno, nel mondo egiziano soprattutto, si celebrava il solstizio invernale e l’arrivo del nuovo sole.
Nel mondo cristiano orientale questa data fu connessa nello specifico alla presentazione del figlio di Dio al mondo facendola coincidere col battesimo nel Giordano e, a partire dal IV secolo, con la nascita del Salvatore quale luce del mondo. Dall’Epifania deriva anche il nome della Befana, simbolo dell’anno trascorso e oramai da eliminare simbolicamente per far posto al nuovo anno e alla nuova vita.