Una nostra lettrice a Conte: “Facile dire ‘State a casa’ con un conto a 5 zeri…”

Una nostra lettrice a Conte: “Facile dire ‘State a casa’ con un conto a 5 zeri…”

Una nostre lettrice ci invia una lettera rivolta al Premier Conte.

“Egregio Primo Ministro (non la chiamo Presidente perché non La ritengo degno di questo appellativo),
Chi scrive è una comune cittadina, mamma e lavoratrice, fino a qualche mese fa dipendente di una ditta privata, ma purtroppo o per fortuna, sono stata anche titolare di partita IVA e so cosa vuol dire. Lascio per un attimo da parte i miei valori e ideali politici (forse a Lei e ai suoi compari potrà suonare strano, ma Le posso garantire che c’è ancora qualcuno del popolo che ha degli ideali politici, mentre voi siete intenti a spartirvi le poltrone)”.

“A gennaio 2020 questo Covid-19 era già in Italia, tanto che due turisti cinesi, il 29 gennaio 2020, vengono trovati positivi durante una vacanza nella Capitale. La camera dell’hotel Palatino sigillata, i coniugi portati allo Spallanzani a fare il tampone, dove risulteranno positivi e poi ricoverati (in gravi condizioni la donna) fino alla riabilitazione nell’ospedale San Filippo Neri”.

“Il 21 febbraio a Codogno scoppia il primo vero focolaio di Covid-19, 16 casi confermati in un giorno, che diventano 60 il giorno seguente. Il 27 gennaio 2020, in diretta nazionale, Lei rassicurava il popolo italiano, durante la trasmissione di Lilli Gruber: ‘Siamo prontissimi, l’Italia in questo momento è il paese che ha adottato misure cautelative all’avanguardia, ancora più incisive’. Il 31 gennaio, durante la riunione del Consiglio dei Ministri, viene dichiarato lo stato d’emergenza per 6 mesi, (tutto questo nascosto al popolo italiano)”.

“Il 3 febbraio, su Radio Capitale, il Ministro della Salute Speranza ha rassicurato sulla diffusione dell’epidemia: ‘Non bisogna creare allarmismi, perché la situazione è sotto controllo. Ci sono solo 21 casi in tutta Europa. Stiamo parlando di numeri residuali’. 90 giorni dopo l’Italia piangerà 26.644 morti, l’Europa 119.496”.

“Il 23 febbraio la Lombardia veniva dichiarata zona rossa, mentre l’11 marzo tutto il popolo subiva il lockdown: bambini rinchiusi in casa, allontanati dalle scuole, negozi chiusi, saracinesche abbassate, distanziamento e mascherine obbligatorie (sulle quali si è speculato in maniera schifosa). Uscite solo in caso di vera e propria necessità. Tutti ci siamo fermati, ognuno nel proprio piccolo ha fatto quello che doveva, rispettando le direttive e i DPCM che ci venivano letti in tv”.

“In questi D.P.C.M. abbiamo sentito queste parole:
– Misure di sostegno alle famiglie, ai lavoratori dipendenti e autonomi e di potenziamento degli ammortizzatori sociali;
– Sostegno ai lavoratori e alle aziende, con l’obiettivo che nessuno perda il posto di lavoro a causa dell’emergenza;
– Sospensione dei termini per versamenti e altri adempimenti;
– Misure in campo fiscale, allo scopo di evitare che obbligazioni e adempimenti aggravino i problemi di liquidità”.

“A distanza di 51 giorni, in cui ci avete imposto la chiusura, noi siamo qui che aspettiamo un aiuto, un contributo economico da parte dello Stato. Già, lo Stato si è completamente dimenticato del suo popolo. I 600 euro di liquidità alle imprese, non tutti hanno avuto l’onore di riceverli. Che poi, parliamoci chiaro: una piccola e media impresa versa nelle casse dello Stato intorno ai 20mila euro all’anno; una ditta individuale, un artigiano, all’anno versa sui 6mila/7mila euro e voi gli date 600 euro? O meglio, promettete l’accredito di 600 euro, che ad oggi non è ancora avvenuto?”.

“A un dipendente viene prelevato direttamente dalla busta paga il 9/10% di tasse, che viene versato nelle casse dell’INPS, nelle tasse regionali e comunali. Questo succede ogni mese, puntuale, ancora prima che il dipendente percepisca lo stipendio, ma in casi di emergenza, per avere la cassa integrazione, è costretto ad attendere la burocrazia dell’INPS”.

“I mutui non sono stati bloccati e, qualora qualche persona avesse avuto questa fortuna, è stata bloccata solo la quota capitale, la quota d’interessi no, e per chi ha preso un mutuo da poco tempo, si sa, la quota interessi è più alta di quella capitale. Magari andavano bloccati in automatico e le rate spostate per intero alla fine del mutuo. Le bollette di acqua, luce, gas e telefono sono arrivate, puntuali, nonostante qualche società avesse fatto recapitare messaggi rincuoranti sul ritardo o spostamento dell’arrivo delle fatture. Ma sapete che in Italia esistono famiglie monoparentali e quindi monoreddito??? Una famiglia monoreddito, se non lavora e non ha contributo economico dallo Stato, come fa a far mangiare i figli? Perché li deve far mangiare. Come fa a pagare le bollette di luce, acqua, gas e Internet? Perché non sono state sospese. No, perché è facile dire che dobbiamo stare a casa, è facile dire che non dobbiamo uscire, è tutto facile quando si ha il conto corrente con tanti zeri. Il problema è quando ce l’hai a zero”.

“Sa cosa vuol dire 3 mesi di chiusura totale per alcune categorie di negozi? Vuol dire che forse la metà neanche riapre! E qualche piccolo imprenditore arriverà anche a togliersi la vita! Le sanificazioni dei locali non avrebbero dovuto essere a carico dello Stato, piuttosto che avere un costo di 450 euro IVA esclusa per 30 minuti di lavoro?”.

“Già, caro Primo Ministro, è facile parlare seduti su quelle belle poltrone, quando non devi tirare a sorte se comprare latte o pane, quando scegli di comprare il pollo perché costa meno della carne rossa, quando decidi di posticipare il pagamento del gas, ma pagare Internet perché i ragazzi devono fare le video lezioni. È facile dire ‘Uniti ce la faremo’.Ma ‘uniti’ chi? Sicuramente noi, poveri comuni mortali, che nel nostro piccolo abbiamo aiutato chi viveva di niente, chi la sera, magari, divideva una rosetta in 4. Ma voi, dall’alto dei vostri stipendi a 5 zeri, che ne potete sapere di come vive la vita chi se la guadagna lavorando onestamente 8/10 ore al giorno? Niente!!!”.

“Non sto qui a discutere sul lockdown, se è giusto o meno chiudere tutto. Sto qui a discutere su come avete abbandonato il popolo in questa situazione d’emergenza. E non si dica che la colpa è dell’INPS, delle banche e delle regioni. Ci tengo a precisare che l’INPS è l’Istituto NAZIONALE di Previdenza Sociale ed è sotto sorveglianza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Che fa questo Ministero? Non poteva glissare questa burocrazia? Evitare l’invio di fogli ai sindacati e poi alle Regioni? E il prestito di 25mila euro che volete dare agli imprenditori? Invece di farlo passare tramite le banche, e quindi moduli da compilare, firmare, inviare e poi l’attesa di una risposta, non era meglio che passasse tutto tramite il Governo? Tramite la Banca d’Italia magari come unico soggetto erogatore? No, sarebbe stato tutto troppo semplice. Anche questa volta ci avete dato in pasto agli squali: banche, sindacati e gli esperti delle task force”.

“Noi saremmo anche stati a casa 4/5/6 mesi di seguito, sicuramente con difficoltà psicologiche per chi è abituato a lavorare da sempre, se solo da questo Governo avessimo avuto aiuti concreti e non parole scritte su DPCM ogni 15 giorni. Vede Signor Primo Ministro, le sue parole durante l’ultima conferenza stampa sono state: ‘Se vuoi bene all’Italia, mantieni le distanze’. Ecco, il popolo vuole bene all’Italia e rimane a casa anche questa volta. Se lei e i suoi compari volete bene all’Italia rassegnate le vostre dimissioni, magari prima che vi scatti il vitalizio.
Senza stima,
Lida Moretti”. 

Last Updated on 4 Aprile 2021 by

Redazione 2

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