Parco dei Castelli Romani, due Farnie nel Bosco del Cerquone tra gli alberi monumentali d’Italia

Parco dei Castelli Romani, due Farnie nel Bosco del Cerquone tra gli alberi monumentali d’Italia

Due gli esemplari di Farnie censite e inserite nell’elenco del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf)

Parco dei Castelli Romani – Due Farnie presenti nel bosco del Cerquone, sono state di recente inserite nell’elenco aggiornato degli alberi monumentali d’Italia, pubblicato dal Masaf, entrando a far parte dei nuovi 320 “patriarchi verdi”, che nel 2023 vanno ad ampliare il patrimonio degli alberi monumentali d’Italia.

Si tratta di esemplari che si contraddistinguono per il loro valore biologico ed ecologico, sulla base dell’età, dimensioni, morfologia, rarità della specie o habitat per alcune specie animali, ma anche per l’importanza dal punto di vista storico-culturale e per la loro capacità di caratterizzare il paesaggio sia in termini estetici che identitari.

Il bosco del Cerquone è un bosco misto composto prevalentemente da Farnia, Cerro e Carpino bianco (con molto Nocciolo nel sottobosco) che rappresenta una delle cenosi residuali più intatte e di maggior pregio naturalistico nel Parco dei Castelli Romani. Fa parte della ZSC (Zona speciale di Conservazione) “Cerquone-Doganella”, della “Rete europea Natura 2000”, volta a garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.

La Farnia fra le specie preponderanti all’interno del bosco, cresce lentamente, ed è un albero caducifoglio molto longevo che può vivere fino a 10 secoli, raggiungendo un’altezza che supera i 30 metri. Il nome scientifico è Quercus robur (o Quercus pedunculata), e appartiene alla famiglia delle ‘Fagaceae’. Un albero apprezzato per la qualità del legno da sempre utilizzato in falegnameria; i suoi frutti, le ghiande, sono utilizzate come alimento per i maiali. Predilige i terreni profondi, freschi, fertili, con buona disponibilità idrica per tutto l’anno, anche con falda freatica superficiale. Nei mesi invernali l’apparato radicale sopporta anche per 2-3 mesi la sommersione.

Il tronco robusto tende ad allargarsi alla base, la corteccia nei primi anni di vita liscia e grigia, diventa bruna con profonde fessure longitudinali, la chioma piuttosto ampia si sviluppa su rami massicci, nodosi e contorti. Le foglie semplici e alterne, si presentano di forma lobata a lamina obovata, asimmetriche alla base e slargate nella parte superiore, il picciolo quasi assente, è nascosto dalla base della lamina che si prolunga in due orecchiette. Fiorisce in primavera e la fioritura è contemporanea alla comparsa delle foglie; i fiori maschili sono giallognoli, quelli femminili si trovano su lunghi peduncoli.

Nel Parco dei Castelli Romani, oltre i maestosi esemplari del Cerquone, se ne trovano alcuni nell’area limitrofa dei Pratoni del Vivaro e in zona Colli della Molara.

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Last Updated on 21 Ottobre 2023 by Autore P

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