“Cancelliere Scholz, butti giù questo muro”Volodymyr Zelensky, in collegamento con il Parlamento tedesco, 17 marzo 2022

La frase del presidente ucraino Zelensky, pronunciata davanti al Bundestag lo scorso 17 marzo, è in realtà
una citazione di quanto l’ex presidente Usa Ronald Reagan disse il 12 giugno del 1987 durante un comizio alla porta di Brandeburgo all’allora segretario del PCUS Michail Gorbachev.

L’esortazione voleva spingere la Russia a superare la contrapposizione ideologica ed economica tra l’Est e l’Ovest facendo crollare il muro che divideva Berlino e, più idealmente, due mondi con mentalità opposte.
Poco più di 2 anni più tardi il muro di Berlino cadde davvero, mettendo fine alla Guerra fredda iniziata subito dopo l’ultimo conflitto mondiale.

Il presidente ucraino ha utilizzato questa frase nel discorso ospitato dal Bundestag tedesco per spingere i
parlamentari della Germania a inviare aiuti militari all’Ucraina, impegnata militarmente contro la Russia.
Questo tipo di discorso del presidente dell’Ucraina si è rivelato quasi un “format”, avendo parlato in molti
altri consessi di Governo internazionali, per ognuno citando un evento che ha segnato la storia del Paese.

Alla Camera dei Comuni del Regno Unito Zelensky ha citato Winston Churchill e Shakespeare: dall’ “essere o non essere” del poeta al “Combatteremo per mare e per aria. Combatteremo nelle foreste, nei campi, sulle rive e per le strade” del politico, all’indomani della sconfitta a Dunkerque e della rocambolesca evacuazione via mare di oltre 300mila soldati.

Al parlamento canadese, dando “del tu” al primo ministro Justin Trudeau, ha detto: “Immagina se qualcuno occupasse Vancouver come Mariupol, o bombardi la CN Tower o i parchi giochi dei bambini”; davanti al Congresso degli Stati Uniti il presidente ucraino ha paragonato la guerra nel suo Paese agli
attentati dell’11 settembre 2001: “Pensate a Pearl Harbor, pensate all’11 settembre. Noi in Ucraina viviamo
un 11 settembre da tre settimane”; ai parlamentari della Knesset di Israele e a tutto il popolo d’Israele il
presidente ucraino, che ha origini ebree, ha fatto diversi riferimenti alla Shoah: “L’invasione della Russia è
diretta a distruggere il popolo dell’Ucraina ed è per questo che assomiglia a quello che i nazisti fecero al
popolo ebraico durante la Shoah“.

Anche al Parlamento italiano il presidente Zelensky ha avvicinato una città devastata dalle azioni militari
russe a una italiana per sensibilizzare il Paese alla necessità di inviare armi per sostenere la difesa ucraina:
“La guerra continua a devastare città ucraine, alcune sono completamente distrutte come Mariupol, che
aveva mezzo milione di abitanti – ha detto il presidente ucraino – Mariupol è completamente bruciata dopo tre settimane, una città grande come Genova. Immaginate la vostra Genova distrutta”.

Il discorso con più sentimento Zelensky l’ha riservato al Parlamento Europeo: “l’Ucraina non fa ancora parte dell’Unione Europea, ma sta già facendo più di ogni altro membro per salvaguardarne i valori: Dimostrate che siete davvero europei, e allora la vita vincerà sulla morte, e la luce vincerà sulle tenebre”.
Molte forniture di armi sono rimaste secretate per la sicurezza nazionale del Paese che le ha inviate agli
ucraini, come nel caso delle armi italiane, ma la Difesa e la resistenza ucraina nel nord del Paese sembra
aver portato a termine con successo il respingimento dell’attacco russo, anche grazie ai rifornimenti
ricevuti dai Paesi che hanno accettato di aiutare l’Ucraina non solo con cibo e medicinali ma anche con
l’invio di armi.

Al contrario a sud e nell’est del Paese l’esercito guidato da Vladimir Putin ha conquistato molte zone, dal Donbass, che doveva essere l’unico territorio d’interesse secondo le dichiarazioni iniziali, alla costa fino a Mariupol. Ancora più a ovest, da pochi giorni, missili hanno iniziato a colpire anche Odessa, il più importante porto ucraino sul Mar Nero.

Last Updated on 16 Aprile 2022 by