Ariccia, il parroco Salimbeni vicino alle persone disabili

Ariccia, il parroco Salimbeni vicino alle persone disabili

Ariccia – Il parroco della Parrocchia Santa Maria Assunta in Cielo, Don Antonio Salimbeni, vice-direttore dell’Ufficio pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Albano, ha voluto condividere le sue riflessioni su un argomento di estrema importanza che dovrebbe coinvolgere ogni comunità: l’inclusione e la cura delle persone diversamente abili. Ecco la sua lettera:
“ Carissimi,
ho riflettuto molto sul Vangelo di questa domenica; Gesù ci lascia il suo comandamento fondamentale: “amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”.
L’ Amore di cui parla il Signore non è un amore dei nei discorsi, delle belle parole e dei testi poetici, è un amore concreto, di carne, che opera nella nostra realtà sociale. Ragionando su questo messaggio, mi sono interrogato su come noi cristiani abbiamo un dovere ancora più forte di prenderci cura di alcune categorie e di alcune situazioni che il mondo di oggi lascia indietro e al margine. Una di queste categorie sono le persone diversamente abili, che oggi, molto spesso, sono considerate dalla società un peso ed uno scarto. Quante storie sentiamo di ragazzi e adulti abbandonati dalle loro famiglie, emarginati dal sistema scolastico e dal mercato del lavoro, umiliati dai loro coetanei perché giudicati di seconda classe, perché ritenuti imperfetti, alcune volte considerati veri e propri mostri. La nostra società si nutre dell’ illusione di una falsa perfezione che non è altro che egoismo e rigetto del diverso, del debole, del bisognoso di amore, in nome della celebrazione dell’ apparenza più sfrenata.
Dobbiamo cambiare verso, dobbiamo ragionare secondo il cuore di Dio e non secondo la logica limitata dell’ uomo. Queste persone, che noi consideriamo come “di meno” di noi e di altri, sono uguali a noi perché partecipi della grazia e della dignità di creature del Padre Celeste . Non dobbiamo soffermarci sull’esteriorità ma aprirci con loro alla relazione di amore e di cura. Se li guarderemo con gli occhi del cuore scomparirà ogni diversità, ogni menomazione, ogni “difetto” e resterà solo la luce della loro persona, che illumina e scalda il nostro cuore.
Compito delle nostre comunità è accogliere, includere, accompagnare e stare vicino, creando percorsi di vera e piena fraternità nell’ amore del Signore e di comunione che integra la nostra vita con la loro, per farli sentire amati, per farli rinascere ad una vita nuova nella piena dignità di figli di Dio. Non dobbiamo avere paura dei nostri fratelli, specialmente di quelli più fragili e più indifesi; essi sono i prediletti del Signore perché in essi Lui compie i segni più grandi, ogni giorno.
Carissimi, vi chiedo di essere, davvero, ad ognuno di voi e a tutte le istituzioni, Buoni Samaritani dell’ inclusione di questi nostri fratelli e figli nella grande prova della Croce che vivono; siamo come il Cireneo che aiuta a portare queste croci e le rende più leggere, per diventare strumenti di accoglienza e salvezza per tutte queste persone emarginate e scartate che grazie a noi e alla nostra fede incarnata, rinascono nella gioia di sentirsi persone vere fra le braccia del nostro Creatore”.

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Last Updated on 6 Maggio 2024 by Redazione 2

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