SOSS, campi scuola contro la cyber dipendenza

SOSS, campi scuola contro la cyber dipendenza

I giovani di oggi sono sempre più con la testa tra la rete, con effetti negativi su tutta la società. In aiuto arrivano le SOSS, speciali Squadre Operative di Soccorso Studenti. Campi scolastici scelti da alcuni licei del territorio, ma anche di Roma, per un’esperienza unica di disconnessione.

Di Emanuele Scigliuzzo

L’hanno guardato e ascoltato mentre chiedeva scusa. Qualcuno aveva la foto della figlia o del figlio che oggi non c’è più per colpa di un social network. A scusarsi, per non aver fatto abbastanza per la tutela dei minori è stato Mark Zuckerberg durante un’udienza al Senato degli Sati Uniti. Non saranno certo queste scuse a far tornare indietro giovani e innocenti ragazzi, vittime di una rete che ha imprigionato la loro vita, forse lasciati troppo soli da una società che corre sempre, troppo distratta dalle cose importanti: i figli. Una realtà virtuale che sta modificando l’esistenza di troppe persone e che spesso diventa padrona delle vite dei più sensibili. Cosi un social network viene multato in Italia per aver tutelato poco i minori mentre, cosa ancor più grave, attraverso delle “app” basate sull’intelligenza artificiale, vengono condivise foto di minorenni nude. Connessioni sempre più assidue e preoccupanti che coinvolgono le nuove generazioni rendendole dipendenti, distraendole dalla realtà fino a provocare disagio sociale.

Un problema di cui ormai siamo consapevoli e verso il quale serve correre ai ripari con la sensibilizzazione di un uso consapevole della tecnologia e con l’applicazione, dove serve, delle norme esistenti per la tutela della privacy. Sensibilizzazione che come sempre deve partire dalle famiglie, responsabili dell’educazione e della formazione di quella coscienza e consapevolezza delle nuove generazioni, ma che deve arrivare anche dalle scuole, fulcro determinante per la formazione delle nuove generazioni. Riportare quindi i giovani con la testa fuori dalla realtà virtuale, responsabilizzarli verso il prossimo e renderli consapevoli che la vita, quella reale, non si vive attraverso dispositivi connessi, ma nei rapporti quotidiani con le persone da costruire nel mondo reale. In questa direzione sono pensati i campi SOSS (Squadre Operative Soccorso Studenti), che puntano tutto sui rapporti umani e le competenze trasmesse da maestri, istruttori e insegnanti, ma soprattutto con il principio della Coeducazione, disconnettendo, per qualche giorno, la vita cybernetica. Giunti alla loro 18^ edizione i campi SOSS sono stati richiesti da diversi istituti scolastici e utilizzati al posto delle classiche gite.

Squadre Operative di Soccorso Studenti è un acronimo che si può leggere in due modi: durante i campi infatti, gli studenti saranno impegnati a soccorrere, acquisendo competenze specifiche, ma anche a farsi aiutare in caso di bisogno, applicando il principio che non si lascia indietro nessuno, abbattendo i muri delle diversità, in un clima di massima inclusione. Cinque giorni trascorsi dai ragazzi immersi in attività pratiche, come accendere il fuoco per cucinare da soli, che per molti hanno significato mettersi alla prova con sé stessi. Dai tutorial teorici si passa immediatamente a quelli veri, come quando, al 16° Soss, al mercato hanno comprato le verdure e l’anziana fruttivendola, con tutto l’amore e la dolcezza del mondo, ha mostrato come pulirla e cucinarla. Cosa che poi i ragazzi hanno dovuto mettere in pratica per la preparazione del pranzo.

Oltre a misurarsi con i propri limiti, i giovani studenti seguono diversi corsi come quello di primo soccorso e Protezione Civile, ma anche incontri per parlare di bullismo e cyberbullismo. Durante tutto l’arco del campo vengono applicati i principi del Team building, per favorire ancor di più l’inclusione di tutti all’interno del gruppo. Sorrisi, soddisfazione, ma anche crescita personale sono gli ingredienti di giovani studenti immersi nella natura, completamente scollegati dal web che hanno potuto ritrovare sé stessi, il rapporto con i propri compagni e professori.
L’ultimo campo, fortemente voluto dalla dirigente scolastica Irene de Angelis Curtis dell’IC Manzi di Villalba di Guidonia è terminato sabato 16 marzo e ha visto due classi delle terze Medie di Villalba di Guidonia, e l’Istituto Comprensivo Manzi proseguirà l’esperienza da lunedì 18 Marzo con le classi seconde.

La formula dei campi SOSS è stata ripresa anche da Rai 2 sempre molto attenta ai disagi sociali, in occasione della “giornata mondiale della disconnessione”, con un servizio andato in onda nei telegiornali e che ha permesso di far emergere questa eccellenza del nostro territorio, vissuta dalle scuole dei Castelli Romani da oltre 10 anni, in particolare dai Licei Vailati di Genzano e Foscolo di Albano.
Continua quindi questa avventura di contrasto al bullismo e al cyberbullismo pensata per i giovani che diventano protagonisti, sperimentando con mano la loro vita.

Last Updated on 20 Marzo 2024 by Autore CH

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