Lanuvio, presentato il ricorso contro le antenne di Villa Sforza Cesarini

Lanuvio, presentato il ricorso contro le antenne di Villa Sforza Cesarini

I cittadini hanno deciso di proporre ricorso al TAR contro l’amministrazione comunale. Quello che chiedono è l’applicazione del principio di precauzione perché gli effetti del 5G, non del tutto sconosciuti, fanno paura.

di Emanuele Scigliuzzo

Hanno deciso che arrendersi non sarebbe stato giusto perché quella è la loro casa ed è lì che hanno scelto di vivere: sono gli uomini e le donne del comitato spontaneo nato a Lanuvio, per opporsi alle antenne installate sul tetto di Villa Sforza Cesarini.

Una battaglia giuridica condotta non per chiedere di evitare che il comune possa adeguarsi alle nuove tecnologie, ma per applicare il principio di precauzione per tutelare la salute pubblica. Una precauzione necessaria perché anche se non ci sono evidenze scientifiche, come sentiamo spesso, le controindicazioni delle nuove onde 5G sono state analizzate da due studi che ne hanno evidenziato la pericolosità (quelli condotti dal National Toxicology Program degli Stati Uniti (NTP) e dall’Istituto Ramazzini).

I cittadini di Lanuvio hanno deciso di proporre ricorso al TAR per chiedere che la posizione delle antenne che l’amministrazione ha deciso di installare, sia rivista a favore di un luogo meno pericoloso e privo di siti sensibili nel breve raggio. Villa Sforza Cesarini infatti è sede della biblioteca comunale, in un parco pubblico orgoglio della città, a poca distanza di un asilo, di un centro diurno per disabili e in una zona residenziale vicina al centro storico. Perché se grazie ad un mascheramento delle antenne l’impatto visivo è meno fastidioso al punto da ottenere il via libera della sovraintendenza, la preoccupazione per una possibile sovraesposizione al campo magnetico che sarà prodotto dalle onde una volta attivate, resta. E non importa se saranno comprese nei limiti di legge, sappiamo bene che la decisione di aumentare i limiti di tollerabilità da 6 V/m a 15 V/m calcolati nell’arco delle 24 ore, o non dei 6 minuti come consigliato, non lascia affatto tranquilli. Una serenità che si potrebbe ritrovare attuando appunto un principio di precauzione, che dovrebbe essere tenuto in considerazione nel momento in cui viene redatto il regolamento e il piano antenne, che la regione Lazio ha reso obbligatorio. Un obbligo normativo, al quale per ora il Comune sembra non aver assolto. L’unico regolamento e piano antenne di cui Lanuvio è dotato risale, secondo i ricorrenti, al 2007 e tra l’altro, non prevede l’installazione delle due antenne su Villa Sforza Cesarini proprio perché al tempo, era attiva una ludoteca oggi dismessa. Solo che, quella ludoteca potrebbe rinascere come Centro di Aggregazione giovanile realizzato dal comune grazie ai fondi di un bando pubblico. Resta comunque la presenza di case, attività scolastiche e un oratorio frequentato dai ragazzi, così come le famiglie sono solite radunarsi nel parco pubblico nella bella stagione.

Il ricorso proposto da un gruppo ristretto di persone, punta ad ottenere solo attenzione verso la salute pubblica e l’applicazione del principio di precauzione che, se non osservato oggi, sarebbe poi difficile tornare indietro.

Il Comitato per la Salute di Lanuvio si riunirà il 1 marzo alle 18.30 presso l’oratorio Don Bosco, per un incontro dedicato alla sensibilizzazione e divulgazione sul tema e invitano a partecipare, quanti vorranno dare il proprio contributo concreto per una questione delicata che riguarda tutti i cittadini.

GiornaleInfoCastelliRomani aveva già seguito la vicenda: Antenne 5G ed elettrosmog, Lanuvio non ci sta

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Last Updated on 26 Febbraio 2024 by Autore P

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