Il lavoro del graphic designer: peculiarità e prospettive di una professione in crescita

Il lavoro del graphic designer: peculiarità e prospettive di una professione in crescita

Il mondo del marketing e della comunicazione odierni si muovono sempre di più nei contesti digitali, dove una componente dall’impatto estremamente significativo è quella visuale. Il grafico o graphic designer ha dovuto adattarsi a questa transizione nel digitale, mettendo la propria capacità di progettare soluzioni visive efficaci al servizio di contenuti adattabili a diversi tipi di media. E nel mondo digitale, è risaputo, l’elemento visuale assume un ruolo centrale, in quanto gli utenti osservano sempre più frettolosamente ciò che gli capita davanti, dal momento che veniamo bombardati da stimoli diversi da ogni parte. Andiamo allora a vedere in cosa consiste il mestiere del graphic designer, una mansione sempre più complessa per la quale occorre una formazione solida e tanta pratica, e quali sono i suoi ambiti di applicazione.

Cosa fa un graphic designer

Quando si parla di grafici, tutti sanno che si tratta di professionisti che si occupano della creazione di materiale visivo per veicolare messaggi e informazioni, utilizzando strumenti tecnici avanzati quali possono essere gli appositi software di grafica come Adobe Illustrator, Photoshop e InDesign. Tale materiale visivo può essere adattato a progetti e canali diversi: identità di brand, manifesti, magazine e così via. Per acquisire la necessaria competenza tecnica, occorre conoscere i principi del design, in quanto non si tratta solo di saper compiere scelte giuste in fatto di estetica, ma anche in termini di funzionalità: equilibri, proporzioni, colori, devono essere studiati non semplicemente per essere belli, ma anche efficaci dal punto di vista della marketing e della comunicazione d’impatto e persuasiva. La scelta di dettagli apparentemente di poco conto, come un semplice colore piuttosto che un altro, possono in realtà avere una grande influenza nell’ottica del neuromarketing, andando ad agire indirettamente sulle scelte dei consumatori. Per tradurre al meglio i bisogni e i desideri dei clienti in materiale visivo, dunque, bisogna conoscere questi aspetti perché sono questi a rappresentare la discriminante fra ciò che funziona e ciò che non funziona.

Ambiti di applicazione

Alla luce di quanto detto, risulta chiaro che un graphic designer deve avere basi di comunicazione, semiotica e psicologia, perché può specializzarsi in vari ambiti rappresentati dai seguenti mestieri:

  • web designer, ossia la figura che progetta l’interfaccia dei siti web fianco a fianco con uno sviluppatore: progettazione visiva, architettura delle informazioni, design ecc.;
  • grafico pubblicitario, che si occupa della creazione della pubblicità volta ad attrarre l’utente verso un prodotto o un servizio attraverso un messaggio coinvolgente. Per far questo, sono utili anche competenze di copywriting;
  • brand designer: è colui che cura l’identità di un marchio a partire dal nome, passando per il logo, i caratteri tipografici e tutti gli elementi coordinati che veicolano l’identità aziendale;
  • grafico editoriale: come suggerisce il nome stesso, lavora nel settore editoriale per realizzare impaginazioni professionali di giornali, libri, cataloghi, brochure ecc.;
  • illustratore, la figura che crea disegni e illustrazione nel settore editoriale;
  • packaging designer, ovvero colui che progetta scatole e contenitori che contengono un prodotto;
  • modellatore 3D, la figura creativa che impiega software di modellazione 3D per realizzare immagini tridimensionali, ad esempio sviluppando i movimenti dei personaggi dei cartoni animati.

Ne consegue che le opportunità di lavoro nel settore sono molteplici: presso le agenzie di grafica pubblicitaria, fiorenti nelle grandi città come Roma, specializzate in progetti di comunicazione grafica e visiva, ma anche le agenzie di pubblicità e comunicazione, spesso alla ricerca di graphic designer per progetti di vario tipo. Lo stesso discorso vale per le agenzie del settore dell’editoria: case editrici, giornali, riviste hanno bisogno di grafici per progettare layout, impaginazioni e illustrazioni. Qualsiasi azienda potrebbe aver bisogno di graphic designer per gestire le proprie esigenze di comunicazione visiva, senza contare che molti di questi profili sono impegnati in percorsi professionali da freelance, gestendo in autonomia progetti e clienti.

Diventare graphic designer

Ma come avviarsi a questa professione che, come abbiamo visto, è decisamente poliedrica e consente di conoscere e approfondire molti ambiti diversi? Iniziamo con il dire che un percorso di formazione univoco non esiste. È sicuramente necessario costruire una base solida di conoscenze sui principi fondamentali del design (teoria del colore, proporzioni, equilibri, tipografia): che lo si faccia leggendo libri sulla materia o utilizzando le risorse online, non ha importanza. Dopo i principi basilari, occorre acquisire le competenze tecniche: l’unico modo per farlo è fare pratica con i vari software di grafica, magari creando dei progetti in linea con il proprio stile personale. È imprescindibile, dopo aver fatto un po’ di esercizio, raccogliere i propri progetti migliori in un portfolio, che è il primo biglietto da visita richiesto da potenziali datori di lavoro. Corsi di formazione specifici per ottenere certificazioni come graphic designer possono senz’altro aumentare la propria credibilità nel mondo del lavoro.

Last Updated on 22 Maggio 2024 by Redazione 2

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