Grottaferrata, Fontana: “Un 25 Aprile non Patriottico, ‘internazionalista’ e ‘da Regime'”

Grottaferrata, Fontana: “Un 25 Aprile non Patriottico, ‘internazionalista’ e ‘da Regime'”

Grottaferrata – “Abbiamo ancora negli occhi e nelle orecchie la scena assai mortificante del video pubblicato sulla pagina Facebook del Comune di Grottaferrata, col sottofondo del suono un po’ gracchiante di “Bella Ciao”, video nel quale è ripreso il Sindaco Andreotti che domenica scorsa, 25 di aprile, in quasi perfetta solitudine in Piazza Camillo Benso conte di Cavour, malgrado avesse al Suo fianco la possibilità di ricorrere all’assistenza di un competente Sottoufficiale delle Forze dell’Ordine e di ben tre validi appartenenti al Corpo della Polizia locale, sprovvisto di Fascia Tricolore e senza farsi precedere dalle note dell’Inno Nazionale, fa deporre (poi “elegantemente” sfiorandola appena) una corona di fiori ai piedi del Monumento in onore e ricordo dei nostri Concittadini Caduti nella Grande Guerra” scrive Giampiero Fontana.

Forse il Sindaco ha voluto dimostrare in tal modo e da autentico militante “Partigiano”, il suo sovrano potere, emulando addirittura l’attuale megagalattico Presidente del Consiglio Draghi il quale, salendo al Colle, disinvolto e sicuro ma anch’Egli in perfetta solitudine, per insediarsi nella Sua Alta Carica è passato dinanzi la Bandiera Italiana senza salutarla, facendosi riprendere dal Consigliere Militare…”.

“Andreotti si è reso, così, protagonista di una “celebrazione” frettolosa ma “internazionalista”, abbastanza adeguata alle origini di questa Repubblica e al tempo attuale, pandemico e da Covid-19. Celebrazione che non fa onore ai valori di Democrazia e di Libertà, che pure dovrebbero rinvenirsi nella nostra attuale Costituzione Repubblicana”.

“Il 25 Aprile del 1945, in effetti, non accadde nulla di trascendentale che possa giustificare la scelta di farne la tanto declamata giornata della liberazione (tedeschi e repubblichini, infatti, si arresero agli Alleati e al Regno italiano del Sud soltanto il successivo 2 Maggio 1945, una settimana dopo, assente, appunto, il rissoso Comitato di Liberazione Nazionale-CLN )”.

“Proprio per questo motivo, il CLN ed i partigiani del tempo indicarono la data del 25 Aprile come giornata della liberazione. Essi si temevano e si odiavano ed erano ancora pronti a uccidersi tra loro, come era accaduto fino a pochi giorni prima e come poi, ancor dopo e per molto tempo ancora, proseguì fino a ben oltre il 1948, come la tristemente nota vicenda “Gladio” insegna… L’orribile strage di Porzûs era appena accaduta, consumata dai partigiani della “Terza Internazionale”, tra il 7 e il 18 febbraio 1945, con l’uccisione di ben 17 partigiani antifascisti cattolici e socialisti (tra cui una donna) della Brigata Osoppo” conclude Giampiero Fontana.

Last Updated on 28 Aprile 2021 by Redazione 2

Redazione 2

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