Giornata della memoria delle vittime del terrorismo

Giornata della memoria delle vittime del terrorismo

Il “Giorno della Memoria” che l’Italia ha dedicato alle vittime del terrorismo è stato istituito con la legge 56 nel 2007 per ricordare l’anniversario dell’uccisione dell’Onorevole Aldo Moro. La giornata è stata istituita per ricordare e tributare il riconoscimento del Paese alle vittime nonché il sostegno morale e la vicinanza umana alle loro famiglie.

Tragicamente lunga è la sequela delle persone uccise negli anni di piombo: servitori dello Stato, donne e uomini eletti a simbolo di funzioni pubbliche, cittadini impegnati nella vita sociale, testimoni coerenti che non hanno ceduto al ricatto. Il legame della memoria rinnova e rafforza il sentimento di solidarietà con i familiari, ma richiama anche un impegno che vale per l’intera comunità – si legge in una del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel suo messaggio.

Nel tempo sono state accertate responsabilità dirette e indirette. Gli autori dei delitti sono stati sottoposti a processi e condanne. Ma non ovunque è stata fatta piena luce. La verità resta un diritto, oltre che un dovere per le istituzioni. Terrorismo ed eversione sono stati battuti con gli strumenti della democrazia e della Costituzione: la ricerca della verità, dunque, deve continuare laddove persistono lacune e punti oscuri, si legge ancora nella nota.

Lo straziante supplizio a cui Moro venne sottoposto resterà una ferita insanabile nella nostra storia democratica. Respinta la minaccia terroristica, oggi ancor più sentiamo il dovere di liberare Moro e ogni altra vittima da un ricordo esclusivamente legato alle azioni criminali dei loro assassini. Nel riscoprire il pensiero, l’azione, gli insegnamenti di Moro e di tanti altri giusti che hanno pagato il prezzo della vita, ritroveremo anche talune radici che possono essere preziose per affrontare il futuro, conclude il presidente.

Il capo del Governo, in un messaggio ha voluto ricordare anche lui l’estremo sacrificio di Aldo Moro, […] doveroso rendere omaggio alla statura politica e morale di un uomo che sia sul piano dell’elaborazione teorica sia sul piano dell’azione pratica ha sempre mostrato profondo rispetto per il senso di comunità espresso dallo Stato e dalle sue Istituzioni democratiche.

Richiamando l’attuale momento, Conte ha proseguito, “quell’Italia che sta dimostrando la tenacia necessaria a rialzarsi, facendo proprio l’insegnamento che il Presidente Moro ha lasciato in dote a tutti noi quando – a proposito dell’Italia dell’immediato dopoguerra – ebbe a dire che ripartire significava ricostruire, tutti insieme, facendo ognuno ‘con semplicità, il nostro dovere. Chi ha da studiare, studi. Chi ha da insegnare, insegni. Chi ha da lavorare, lavori. Chi ha da fare della politica attiva, la faccia, con la stessa semplicità di cuore con la quale si fa ogni lavoro quotidiano. Madri e padri attendano ad educare i loro figlioli. E nessuno pretenda di fare più o meglio di questo. Perché questo è veramente amare la Patria e l’umanità’”.

Il 9 maggio è segnato anche da un altro tragico assassinio, quello di Giuseppe Impastato, ucciso dalla mafia nel 1978 e ricordato dal presidente della Camera, Roberto Fico “un eroe civile. Un politico. Un giornalista. Coraggioso, ostinato e appassionato. È importante far conoscere, soprattutto ai più giovani, la sua storia. Nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978 Peppino Impastato veniva ucciso dalla mafia, che poi provò a nascondere quel gesto vigliacco con un depistaggio. Sono passati 42 anni ma noi non dobbiamo dimenticare. Non dobbiamo dimenticare la sua storia, quella di un giovane che rinnega quella parte della famiglia legata a doppio filo con la mafia e con il boss Tano Badalamenti. Non solo la rinnega, ma la combatte. E lo fa dileggiandola, con la satira della sua Radio Aut. E allo stesso tempo con il suo lavoro di giornalista”

“La mafia uccide, il silenzio pure” (G. Impastato)

Last Updated on 24 Aprile 2021 by

Redazione 2

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