Cinghiali a Monte Porzio, Comune sollecita interventi. ISPRA risponde, la Regione non ancora

Cinghiali a Monte Porzio, Comune sollecita interventi. ISPRA risponde, la Regione non ancora

Il Sindaco di Monte Porzio Massimo Pulcini, nelle scorse settimane, ha inviato all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), alla Regione Lazio e alla Città Metropolitana di Roma Capitale formale richiesta di informazioni riguardanti il Piano Faunistico Venatorio legato alla questione cinghiali.

In particolare, oggetto di interrogazione da parte di Pulcini sono stati l’istituzione di un Tavolo Tecnico per la gestione del cinghiale e il rinnovo dello studio sulla presenza del cinghiale nel Parco Regionale dei Castelli Romani da parte dell’ente stesso, al fine di avviare un piano di contenimento della specie.

Il Sindaco di Monte Porzio attende ancora risposta dalla Regione Lazio. È invece arrivata una lettera di rimando da parte dell’ISPRA, che di seguito riportiamo.

“In merito allo stato di avanzamento della redazione del nuovo Piano Faunistico Venatorio” scrive l’ISPRA “lo scrivente Istituto informa che sta terminando l’elaborazione della cartografia e sta raccogliendo presso gli ambiti di caccia pubblici e privati (AATTCC e AAFFVV) le informazioni relative alle specie oggetto di interesse del Piano. Al riguardo, si evidenzia che le Aree Protette della Regione Lazio hanno già fornito tutto il materiale di dettaglio richiesto. In collaborazione con la Direzione Agricoltura è in programma, a breve, una presentazione online delle attività previste per la redazione del nuovo PFV, di cui sarà data preventiva comunicazione”.

“In merito alla convocazione di un tavolo tecnico riguardante la definizione di interventi mirati di gestione del Cinghiale, si evidenzia che ciò non rientra nelle competenze di questo istituto e si rimanda, pertanto, nel merito all’Ufficio della Regione in indirizzo”.

“In merito alla gestione del cinghiale si evidenzia che, per quanto a conoscenza dello scrivente Istituto, Regione Lazio e l’Ambito Territoriale di Caccia Roma 2, entro i cui confini ricade il Comune di Monte Porzio Catone, hanno provveduto a regolamentare correttamente le attività di prelievo della specie, nonché ad attivare la caccia di selezione, coerentemente con la normativa su tale materia. Si rimanda, pertanto, alla Regione e, in particolare, all’Ambito Territoriale di Caccia per gli aspetti legati al mancato o insufficiente prelievo della specie realizzato nel territorio di competenza”.

“Non risulta, invece, attivo alcun Piano di controllo della specie ai sensi dell’art. 19, c.2, della L. n° 157/92. Al riguardo, si evidenzia che l’eventuale redazione e la successiva attuazione di questo tipo di Piani di controllo faunistico, che possono anche prevedere la rimozione di cinghiali mediante trappole e abbattimenti, spetta alla Regione e lo scrivente Istituto rimane disponibile a valutare gli aspetti tecnici di competenza”.

“Tuttavia, si sottolinea che in caso di gravi rischi per l’incolumità e la salute pubblica derivanti dalla presenza di cinghiali in ambiti urbani e periurbani – contesti per i quali si rendesse possa rendere necessario il ricorso ad azioni di scaccio, cattura attraverso apposite gabbie o, in extrema ratio, all’abbattimento degli stessi – si ritiene spetti alle amministrazioni competenti in materia di sicurezza pubblica esprimersi su tali alternative gestionali (Comune, Prefettura, ASL, Regione)”.

“In generale, lo scrivente Istituto rimarca che l’eventuale rimozione di esemplari di cinghiali (attraverso la cattura e la traslocazione presso le aree specificate all’art. 7, c.1, della L. n. 221/201 e all’art. 38 della L. n. 154/2016, e/o l’abbattimento) non rappresenterebbe un elemento di criticità per la conservazione della specie, anche in considerazione dell’attuale distribuzione e consistenza che essa presenta in Italia”.

“Si sottolinea, altresì, che la situazione che si sta realizzando è verosimilmente conseguente al lungo periodo di blocco di molte attività, a causa delle prescrizioni previste per il contrasto alla diffusione dell’epidemia di Sars-Cov-2, pertanto si riportano di seguito specifiche misure la cui corretta adozione, con il supporto degli Strutture competenti, rappresenta un strumento per iniziare a limitare i rischi derivanti dalla frequentazione di ambiti urbani e periurbani da parte dei cinghiali:
– messa in sicurezza/frequente pulizia di cassonetti e/o punti di raccolta dell’immondizia di origine domestica o attività ristorative pubbliche in ambito urbano e lungo le strade;
– pulizia dei margini stradali dalla vegetazione spontanea erbacea e arbustiva;
– obbligo di mantenere puliti e sgomberi terreni e aree private da vegetazione infestante;
– eliminazione delle micro discariche e rimozione delle carcasse di animali ai margini delle aree abitate e lungo scarpate, margini stradali e piazzole di sosta;
– installazione di apposita cartellonistica ‘animali selvatici vaganti’, integrata da altre segnalazioni verticali, orizzontali o luminose (eventualmente riportante un numero utile a cui fornire eventuali segnalazioni);
– installazione di sistemi di illuminazione stradale in tratti particolarmente critici;
– apposizione di limiti di velocità lungo i rettilinei e nei tratti con limitata visibilità (curve, tornanti);
– ricorso all’utilizzo di autovelox;
– installazione di recinzioni;
– installazione di dossi”.

“Ai sensi dell’art. 19-bis del D.Lgs. n° 74/2017 inerente la partecipazione dei cittadini e degli altri utenti finali al processo di misurazione delle performance organizzative” conclude l’ISPRA “questo Istituto ha adottato un modello di scheda di rilevazione della soddisfazione dell’utente. Si chiede cortesemente a codesta Amministrazione di compilare il questionario inerente il gradimento dei servizi erogati da ISPRA in relazione alla presente pratica collegandosi al seguente link https://survey.isprambiente.it/index.php/585868?lang=it, selezionando la struttura BIO-CFN, servizio erogato: Pareri tecnici”.

Last Updated on 23 Marzo 2021 by

Redazione

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