Ciampino, roghi, quali rischi ci sono per la salute dei cittadini: intervista al chimico Aldo Garofolo ESCLUSIVA

Ciampino, roghi, quali rischi ci sono per la salute dei cittadini: intervista al chimico Aldo Garofolo ESCLUSIVA

Una nube densa si è alzata da Ciampino la mattina del 29 luglio, quando è divampato l’incendio nell’impianto dei rifiuti Ecologica 2000, in via Enzo Ferrari. L’incendio è stato alimentato da “rifiuti ingombranti come materassi e mobilio dismesso. La nube si è da subito indirizzata verso l’alto, in direzione Ovest/Sud Ovest, sorvolando anche i Comuni limitrofi. Sul posto sono arrivati anche i tecnici di Asl (Spresal) e ARPA Lazio”. Così la nota del comune di Ciampino il giorno stesso del disastro. Nonostante sia finita l’emergenza, i cittadini di Ciampino, ma anche dei territori limitrofi, sono preoccupati per gli effetti a lungo termine che potrebbero provocare le conseguenze di questo incendio. Abbiamo chiesto ad Aldo Garofolo, chimico del comitato No inc., di far luce su alcuni aspetti.

Quanti rischi ci sono stati nei giorni dell’evento per la popolazione?
La nube aveva quell’odore tipico acre di plastica bruciata e ha invaso tutta la fascia compresa in direzione di Castelli Romani. È evidente che in quella fase molti abbiano inalato quel fumo tossico e questo non è un bene per la salute, visto che le sostanze di questo particolato, in cui sono inglobati come sappiamo diossine e altro, sono altamente cancerogene.

Possibili conseguenze a lungo termine dell’incendio?
Ci saranno sicuramente. Questi composti purtroppo hanno la tendenza al bioaccumulo, quindi, tutti coloro che le hanno respirate e mangiato i cibi provenienti dalla terra inquinata, avranno un accumulo progressivo di queste sostanze nel loro organismo. Il problema più grande è quello che si è verificato nei giorni successivi. È vero che per quanto riguarda l’aria c’è stata una diminuzione favorita dalle piogge, però bisogna stare comunque allerta, specialmente ai condizionatori. L’aria intrappolata nei filtri dei condizionatori è nociva perché ha catturato il fumo di quei giorni. È importante che le persone abbiano in qualche modo provveduto a eliminare questi filtri e sostituirli in modo tale da non poter portare nei loro ambienti ulteriori inquinanti di quel tipo.

Ci sono altre sostanze pericolose che hanno superato i limiti?
Ecco questo è un altro punto, partiamo sempre dal presupposto che i dati ci dicono che l’acqua ha contribuito a ripulire l’aria, ma il problema non è risolto. Ci sono alcune sostanze nocive come i PCB, quindi i policlorobifenili, che non hanno dei limiti di soglia da rispettare. Ora la questione da indagare è la deposizione al suolo, la più importante, visto che con l’acqua si è tutto depositato a terra. I dati non ci dicono molto su questo.

Quindi ci sarebbero altri controlli e analisi da fare?
Attendo delle conferme sulla tipologia esatta di frutta e ortaggi che sono stati prelevati e analizzati e soprattutto i luoghi in cui sono stati prelevati. Questa è ancora una risposta che non ho.

Cambiamo soggetto, ma rimaniamo sempre un problema ambientale. Si parla del possibile trasferimento degli autodemolitori nella zona della barbuta, avrebbero un impatto inquinante?
Certamente, per quante precauzioni si possano utilizzare comunque c’è uno sversamento a terra di determinate sostanze. Se un’auto viene demolita inevitabilmente gli idrocarburi e gli olii di questo tipo permeeranno nel terreno anche laddove esso sia cementato.

Last Updated on 16 Settembre 2023 by AutoreL

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