Albano e Ardea presentano ricorso al Consiglio di Stato: L’intervista al Sindaco Massimiliano Borelli ESCLUSIVA

Albano e Ardea presentano ricorso al Consiglio di Stato: L’intervista al Sindaco Massimiliano Borelli ESCLUSIVA

Albano – Tutti i ricorsi al TAR da parte dei Comuni dei Castelli Romani sono stati respinti, resta in piedi solo quello dell’associazione Salute e Ambiente di Albano.

Il comune di Albano, però, come ha scritto in una nota l’assessora all’ambiente Gabriella Sergi, ha deciso di non arrendersi e di fare nuovamente ricorso, questa volta al Consiglio di Stato. Per avere maggiore chiarezza su come si sta muovendo l’amministrazione sul tema abbiamo raggiunto il sindaco Massimiliano Borelli.

Parliamo del ricorso al TAR che è stato respinto. Perché non farlo insieme ad altre associazioni del territorio?
Abbiamo fatto il ricorso al Tar con il comune di Ardea e non ci siamo uniti alle associazioni perché ci siamo mossi in quanto amministrazioni pubblica. Quindi, abbiamo presentato appello al Consiglio di Stato così come avevamo fatto ricorso al Tar. Non c’è nessuna motivazione di fondo per non unirci ad altre associazioni sul territorio se non quella di muoversi ognuno secondo le proprie competenze. L’obiettivo è lo stesso e abbiamo scelto di agire come ci è stato consigliato.

Quali sono i contenuti del ricorso?
Nel contenuto abbiamo ribadito la nostra contrarietà sulla base di quelle che erano già state le nostre obiezioni, sia in termini amministrativi che di diritto. Siamo fermamente convinti che il termovalorizzatore come scelta tecnologica per chiudere il ciclo dei rifiuti non sia idonea: secondo il nostro parere sono altre le soluzioni.

Come sindaci dei Castelli Romani siete uniti sul fronte del termovalorizzatore?
I comuni direttamente coinvolti nella lotta contro il termovalorizzatore sono quelli confinanti: Albano, Ardea e Pomezia. Quest’ultima però non presentò al consiglio il ricorso al Tar perché era commissariata. Ariccia invece, altro comune poco distante dal sito individuato da Roma capitale, ha presentato un intervento ad adiuvandum (nda. intervento nel processo civile, fatto da un soggetto che vi abbia interesse per sostenere le ragioni di una delle parti del giu- dizio). Gli altri comuni non presentarono nessun intervento perché troppo distanti dall’area individuata.

Questa volta vi aspettate un risultato diverso?
Certo, ci aspettiamo che le nostre ragioni vengano prese in considerazione. Siamo convinti che le attività di raccolta differenziata che noi promuoviamo sui nostri territori e che coinvolgono 500. 000 abitanti, quindi 500.000 persone intorno a Roma, si possa applicare anche alla capitale, nonostante siano tre milioni e mezzo di abitanti. La raccolta differenziata può essere fatta in quota parte, non in tutti i quartieri ovviamente. Una vera soluzione deve essere trovata.

L’unica cosa che ci lascia basiti in tutta questa fase è che il dibattito si concentra esclusivamente sul termovalorizzatore e il problema della raccolta dei rifiuti a Roma, senza provare a discutere su possibili soluzioni alternative, sicuramente migliori dell’inceneritore. Non si parla di altri impianti tecnologicamente avanzati, né di nessun impianto che possa produrre ricchezza con il frazionamento dei vari rifiuti.

Quello che è stato fatto è esclusivamente stabilire una cifra di 600.000 tonnellate di rifiuti da smaltire in un anno, in un’unica struttura, con tutto ciò che questo ne comporta. Per non parlare del luogo scelto per costruirlo: sbagliatissimo a partire dal discorso del traffico già congestionato. Si parla di una fantomatica rete ferroviaria che dovrebbe portare i rifiuti da qualche parte, ma da dove? quale sarà lo scalo ferroviario nel quale si organizzerà il punto di raccolta dei rifiuti che partiranno in questi vagoni e verranno scaricati a Santa Palomba?

Il termovalorizzatore non aggreverebbe il problema idrico che colpisce pesantemente i comuni dei Castelli Romani?

Sì. Pensi che noi, come amministrazioni locali, veniamo tempestati da una serie di richieste da parte di Acea di ridurre i consumi idrici, soprattutto in momenti specifici dell’anno. Sappiamo tutti che un inceneritore richiede una quantità d’acqua particolarmente elevata per il raffreddamento del prodotto incenerito. Come potrebbero i comuni gestire questo problema, visto che abbiamo in passato già emesso delle ordinanze per la riduzione dei consumi idrici? Qualcuno, ad un certo punto, ci dovrà anche dire, e ritorniamo al punto di partenza, quale tecnologia si utilizzerà per lo smaltimento dei rifiuti e capire quali sono gli indirizzi di carattere ambientale. Per non parlare di dove verranno smaltite le sostanze inquinanti prodotte dall’inceneritore: servirebbe una discarica? Quale?

Ancora nessuno sa nulla nello specifico del progetto di Gualtieri…
Infatti, abbiamo chiesto il dibattito pubblico proprio per venirne a conoscenza. Gualtieri non si ricorda che oltre ad essere il sindaco della capitale e commissario di governo per quanto riguarda il Giubileo, è anche sindaco della città metropolitana di Roma capitale e governa un territorio che si compone di 120 comuni. Prima della riforma c’era dialogo, ad oggi ci troviamo a subire una decisione presa in modo autonomo e autoritario, senza nessun tipo di interlocuzione istituzionale.

Quali sono stati i motivi della bocciatura?
Fondamentalmente si ritiene che le nostre motivazioni non si sposino con quella che è l’emergenza che oggi vive Roma. Il problema principale è che il giudice ritiene che l’emergenza romana sia superiore a qualsiasi altra decisione possa ricadere sui territori che non sono di Roma.

Lucrezia Caminiti

Last Updated on 16 Settembre 2023 by AutoreL

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