Acuto: da oggi al via la mostra d’arte contemporanea “Nel segno del Pop”. Con le opere dell’artista dei Castelli Roberta Conti

Acuto: da oggi al via la mostra d’arte contemporanea “Nel segno del Pop”. Con le opere dell’artista dei Castelli Roberta Conti

Acuto – Da oggi al via la mostra d’arte contemporanea “Nel segno del Pop”, con l’intervento del critico d’arte Franco Campegiani, presso il Bino’s Bar con sette dipinti che Roberta Conti, l’artista originaria dei Castelli Romani che ha sempre vissuto tra Grottaferrata e Ciampino, qui espone (sette come numero magico per eccellenza, ma sette anche come le note musicali).

Questi dipinti nascono nel segno del Pop, collocandosi apertamente sulla scia della nuova figurazione europea erede della Pop Art, e ispirandosi in particolare al tema del jazz.

Quella del jazz è una vicenda assai singolare. Nato tra i neri americani come canto dell’anima offesa dalla deportazione e dalla schiavitù, quel genere musicale ha sempre conservato il tema della ferita e dell’angoscia singolarmente vissute nel contesto della sopraffazione tribale condivisa. L’accento è stato sempre posto sul singolo, in assoluta solitudine a soffrire, sia pure immerso nel patimento collettivo. Da qui, il virtuosismo solistico proprio del jazz, con tecniche strumentali trascinanti e sbalorditive che hanno dato vita alla cosiddetta improvvisazione totale collettiva.

Un’armonia che la massificazione odierna sta mettendo a dura prova, con quelle distanze incolmabili tra l’io e il noi, dove il popolo non esiste più e i singoli sono sopraffatti da un meccanismo impersonale che li riduce a numeri, a semplici ingranaggi. Anche il jazz, ovviamente, ha risentito di tale tsunami, ma in qualche modo è riuscito a contenerne l’aggressione.

In uno scritto inedito rintracciato post mortem, Zygmunt Bauman, noto studioso della società liquida, avverte che nel corso del tempo l’ammirazione per la creatività individuale, propria del primitivo jazz, è stata sostituita da una sorta di adorazione per la celebrità, cosicché il jazzista è stato trasformato in feticcio consumistico, come molti altri personaggi della società di massa attuale. Se pensiamo ad Andy Wharol, con la sua rappresentazione seriale di icone rappresentative del modo di vivere americano, ci rendiamo conto di come la stessa Pop Art stesse percorrendo un analogo cammino.

<Oggi, dice Bauman, Il jazz ha messo su qualche capello bianco perché sta seguendo il culto della rappresentazione. Si tende a imitare quello che hanno fatto i mostri sacri come Dizzy Gillespie, Miles Davies. Ma il jazz è pura improvvisazione… una razza strana di improvvisazione: quella collettiva>.

Tuttavia, diversamente dalla Pop Art, dove il rumore sferragliante e caotico della tecnologia e del consumismo è riuscito realmente a tacitare le segrete spinte interiori del genio creativo, il jazz, dice il sociologo, è e resta nelle sue radici, <una sequenza organizzata di sfoghi liberi che formano un canto unico, potentissimo>. Per questo, conclude, <il Jazz è la più potente metafora di civiltà oggi… L’esplosione di creatività consensuale è l’unica cosa degna del nostro tempo>. 

Interessante è il ricorso della pittrice a personaggi femminili, per natura più sensibili dei maschili alle arie del mistero e della vita intima, ma al tempo stesso più inclini alla frivolezza, alla mondanità, al narcisismo. Le cantanti, stelle del firmamento mediatico, vere e proprie pop star, vivono sulla propria pelle il contrasto tra celebrità e intimità, tra palcoscenico e autenticità.

Una di esse è dedita al fumo, simbolo della labilità per eccellenza, mentre un’altra invita platealmente, con il dito indice, a coltivare il silenzio, il più possibile lontano dai clamori della ribalta, per fare spazio ai moti dell’anima. Un’attenzione particolare è rivolta tuttavia a Miles Davies, il principe delle tenebre, alla sua musica notturna, alle sue languide e melodiche sonorità, alla sua ricerca dell’autentico nel contesto indubbiamente alienato della vita attuale.   

Da oggi, la mostra è aperta al pubblico ad Acuto (Frosinone) presso i locali del Bino’s Bar di via Vittorio Veneto. 

Last Updated on 15 Aprile 2023 by

Redazione

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