Roma

Roma – «Si continua a investire denaro pubblico in opere impattanti e di nessuna risoluzione». Con queste parole, la Consigliera regionale del Polo Progressista, Alessandra Zeppieri, ha ribadito la sua netta opposizione ai progetti della Roma-Latina e della bretella Cisterna-Valmontone. Secondo Zeppieri, le due infrastrutture non solo non apporteranno benefici reali ai pendolari, ma finiranno per peggiorare la qualità della vita dei territori interessati.

Critiche alla cementificazione e richieste di alternative sostenibili

Durante l’audizione in Consiglio regionale, la Consigliera ha sottolineato l’urgenza di abbandonare progetti obsoleti e dannosi, puntando invece su soluzioni più sostenibili: «Troviamo quantomeno dannoso che si continui a cementificare, ignorando le esigenze reali della cittadinanza e senza considerare modalità di trasporto alternative, come il potenziamento della rete ferroviaria».

Zeppieri ha ribadito che il trasporto su ferro rappresenta la scelta migliore per i pendolari e per la tutela ambientale. «È prioritario mettere in sicurezza l’esistente e investire su un sistema ferroviario efficiente, piuttosto che costruire nuove arterie stradali che aumenteranno il traffico e l’impatto ambientale».

Il caso della bretella Cisterna-Valmontone e la memoria antifascista

Un ulteriore elemento di criticità riguarda la bretella Cisterna-Valmontone, il cui tracciato coinvolgerebbe anche i terreni della strage di Pratolungo, un luogo simbolo della resistenza antifascista. «Non si tratta solo di un’opera impattante e inutile, ma anche di un progetto che rischia di cancellare un’importante pagina della nostra storia democratica. Valori come libertà e sacrificio verrebbero sepolti sotto il cemento, insieme alla memoria di quel tragico evento, ai posti di lavoro e alle aziende agricole della zona».

Zeppieri ha infine lanciato un appello alle istituzioni affinché si fermino a riflettere sull’opportunità di queste opere: «Spero che un sussulto di dignità colpisca chi sta portando avanti il progetto, rendendolo almeno rispettoso dell’identità antifascista e democratica del nostro Paese».

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