Rocca di Papa, troppe antenne in zona Monte Cavo. Ma c’è una soluzione

Rocca di Papa, troppe antenne in zona Monte Cavo. Ma c’è una soluzione
Casa del Tempo, Servizi per la terza età

Il giornalista e scrittore Massimo Saba, ex consigliere comunale di Rocca di Papa, profondo conoscitore del territorio e assai attento alle vicende roccheggiane, porta alla ribalta una questione cittadina particolarmente delicata: la presenza eccessiva di antenne nell’area di Monte Cavo.

“Una serie di convegni e di pubblicazioni” ricorda Saba “hanno riportato recentemente al centro dell’attenzione la storia del Mons Albanus (Monte Cavo) e di tutta l’area archeologica latina e le condizioni pietose in cui versa a causa della presenza di tralicci radio-televisivi e ponti radio vari”.

“A questi appuntamenti si sono aggiunti gli appelli di illustri personalità e di esimi studiosi in campo storico e archeologico, anche di livello internazionale, che chiedono accoratamente alle autorità preposte alla tutela che l’area di Monte Cavo, patrimonio storico e archeologico di immane valore, venga liberata e restituita alla storia e ai visitatori”.

“Il Comune di Rocca di Papa, negli anni ’90, ha avviato una serie di costose azioni legali contro i proprietari degli apparati radio-televisivi, con risultati pari a zero: allo stato attuale, sulla vetta di Monte Cavo, insistono circa 130/140 postazioni radio-televisive e ponti radio, anche militari. Altri impianti sono dislocati in località Costarella e Madonna del Tufo”.

“La vicenda è veramente complessa e di non facile soluzione e non saranno certamente gli infiniti tempi della giustizia a mettere fine a questa problematica e a restituirci, finalmente, Monte Cavo e dintorni libero da tutta la ferraia oggi presente”.

“Quindi, in che cosa bisognerebbe sperare per vedere libero Monte Cavo, in tempi accettabili, dalla presenza dei tralicci?Darò una risposta rispolverando un progetto, e studio di fattibilità, che giace nel nostro Comune dal 2017 (del quale il periodico ‘Il Segno’ aveva già parlato ampiamente), che prevederebbe il trasferimento di tutti gli impianti ora presenti a Monte Cavo, Madonna del Tufo e Costarella in località Valle Pero, Via Rocca Priora, all’interno della famosa Cava di Rapello, che così facendo andrebbe anche recuperata e riqualificata”.

“Secondo questo progetto tutte le stazioni, ora dislocate in diversi punti di Monte Cavo e dintorni, andrebbero collocate su 2-3 tralicci al massimo, alti circa 60 metri, ben mimetizzati, a bassissimo impatto ambientale e gestiti direttamente dall’Amministrazione comunale, con un introito nelle casse cittadine di circa 1 milione di euro l’anno dagli affitti”.

“L’ex cava, ottima, secondo gli esperti, per la copertura dei segnali radio-tv e ponti radio, è situata al di fuori dal centro abitato e non rappresenterebbe nessun pericolo per le esposizioni ai campi elettromagnetici, tanto è isolata e distante da case e popolazione. Io l’ho fatta breve, tanto da rendere il progetto di facile lettura. Magari potrò essere più preciso nel corso del dibattito”.

“È chiaro che questa proposta neutra e disinteressata, senza sponsor e patronato politico, che appoggio pienamente, dovrà innegabilmente essere un percorso condiviso e trovare il maggior consenso e sostegno possibile tra le forze politiche, sociali ed istituzionali, a ogni livello: principalmente tra i cittadini di Rocca di Papa, l’Amministrazione comunale, le rappresentanze cittadine e politiche del nostro territorio, la Regione Lazio, il Ministero delle comunicazioni, l’Ente Parco dei Castelli Romani, l’Arpa, l’Autorità Metropolitana, la Sovrintendenza, le associazioni ambientaliste ecc.”.

“Indiscutibilmente, l’ideale sarebbe liberare definitivamente Rocca di Papa da tutto questo ingombro.Ma sappiamo bene che l’ottimo è il nemico del bene. Di quel ‘bene’ che in questo momento dovremmo accontentarci di perseguire, in attesa che il completo passaggio dall’analogico al digitale riduca ai minimi termini l’attuale e invadente tecnologia che ci sovrasta da quasi mezzo secolo”.

“Io penso che questo potrebbe essere un punto di partenza e di un confronto franco e costruttivo, che spero il più sereno e civile possibile. Monte Cavo, con la sua bimillenaria storia, è un patrimonio di tutti e la sua tutela ci riguarda indistintamente, al di là del senso di appartenenza. L’area, dopo la rimozione dei tralicci, andrà recuperata archeologicamente, convento compreso, e risanata dalle ferite inferte nel tempo dall’egoismo umano, così da diventare, finalmente, patrimonio mondiale dell’UNESCO e dell’umanità. Il dibattito è aperto e ogni suggerimento è sempre un arricchimento”.

Last Updated on 20 Febbraio 2021 by

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Redazione

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