Rocca di Papa, i mondiali di equitazione mettono a rischio l’ecosistema del Vivaro

Rocca di Papa, i mondiali di equitazione mettono a rischio l’ecosistema del Vivaro

Rocca di Papa – Lo abbiamo detto, i mondiali di equitazione che si stanno svolgendo a Rocca di Papa, sono una vetrina importante per il nostro territorio. Un evento sportivo certamente unico che ritorna nel nostro territorio dopo le olimpiadi del 1960, quando si svolsero alcune gare.

La domanda che si sono sottoposti alcuni volontari del centro Reseda è: tutto questo, a che prezzo?

Non si tratta di essere disfattisti, semplicemente si vuole sottolineare come anche questa volta si è apparentemente persa, l’occasione di tutelare un patrimonio ambientale delicato che caratterizza il nostro territorio.

La zona dei pratoni del Vivaro, dove appunto si stanno svolgendo le gare sportive, è infatti una riserva naturale parziale, ottenuta perché sono presenti ben 21 specie protette tra insetti, mammiferi uccelli e specie botaniche da salvaguardare e tutelare.

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“Da sempre la zona dei pratoni del Vivaro ci dice Roberto Salustri, direttore tecnico scientifico della Reseda Onlus, è ambita dai costruttori perché è piana e paesaggisticamente meravigliosa. La gente però sembra non comprendere che la bellezza del luogo è data proprio dal suo essere ‘selvaggia’. La flora e la fauna sono un patrimonio importante nella sua totalità e non possono essere abbattuti o distrutti per fare posto ad alberghi o case. Inoltre bisogna considerare che questa zona rappresenta la parte più alta della falda acquifera dei Castelli Romani e va ulteriormente tutelata. Una qualsiasi forma di inquinamento andrebbe a compromettere tutta la riserva idrica del territorio”.

Per fortuna l’area è stata dichiarata zona di importanza comunitaria, una zona speciale di conservazione della natura e inserito nell’elenco europeo Natura 2000 e per questo sottoposta a stretti vincoli.

In questa zona infatti, nonostante le restrizioni, è possibile si accedervi anche con scopi turistici, ma solo a piedi, senza metti motorizzati – bici incluse – perché è una zona di riserva parziale (ovvero quella appena sotto la riserva integrale dove si può accedere solo autorizzati e per motivi speciali). In queste zone però, non si deve toccare nulla al fine di salvaguardare l’ecosistema. Questo significa che per non modificare i delicati equilibri gli alberi ad esempio, non solo non vanno abbattuti, ma piantati seguendo regole ben precise. L’azione di riforestazione è una fase delicatissima.

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“Per quanto riguarda gli alberi, sono da considerarsi alloctoni (ovvero quelli inseriti in modo intenzionale diversi da quelli già presenti in una determinata area) specifica Salustri, anche quelli della stessa specie ma con un genoma diverso. In questa area sono state addirittura piantate specie di querce invasive che potrebbero portare malattie che potrebbero attaccare gli alberi esistenti perché sono di specie simili”.

Gli animali che vivono in queste zone non devono essere sottoposti a stress, perché anche questo andrebbe ad alterare e compromettere tutto.
“Quello che è successo in preparazione dei mondiali, ci dice Roberto Salustri, è all’antitesi di quanto andrebbe fatto ed è previsto fare dalle norme che tutelano questa zona. Ad esempio sono stati abbattuti alberi dichiarati vetusti, mentre è normale che ci siano alberi vecchi e che cascano da soli. Quello di cui stiamo parlando è un bosco centenario che vive secondo le leggi della natura. Se un albero cade all’interno di questa area va lasciato. L’uomo non deve intervenire per abbattere alberi vecchi o per modificare il sottobosco, nelle aree protette è la natura con le sue leggi che deve fare il suo corso. Per questo non è corretto che siano state create delle strutture per ospitare dei pic-nic, attività che non è prevista nella regolamentazione di queste riserve, ma soprattutto, è sbagliato l’uso dei mezzi meccanici radio guidati usati dalla FISE (Federazione Italiana Sport Equestri) per abbattere gli alberi. La FISE sta impiegando il bosco del Cerquone e 84 ettari come campo di gara che sono parte della riserva protetta”.

Per utilizzare al meglio lo spazio necessario per garantire il corretto svolgimento delle gare, si è reso necessario spostare le talpe che da sempre vivono in questa area. Le talpe però, ricorda Salustri, svolgono un ruolo fondamentale dell’ecosistema contribuendo a mantenere il delicato equilibrio che la natura qui ha creato.

“Le talpe infatti sono insettivori, non roditori, ci spiega Salustri, non mangiano le piante ma insetti, lumache e vermi. Sono essenziali per limitare le popolazioni di insetti dannosi per le piante. Mangiano anche i temibili nematodi. Sono predate dalle Volpi, dai mustelidi, dagli Allocchi e dagli Aironi e le loro gallerie arieggiano il terreno. Sono essenziali quindi per tutto l’ecosistema suolo. Diversi mesi fa abbiamo scoperto invece un protocollo tra Parco Castelli Romani e FISE che prevede lo spostamento di questi animali. Inizialmente siamo stati rassicurati dalla direzione del Parco sulle modalità che sarebbero state adottate, a protezione di questi animali che al contrario di quanto si possa immaginare, sono estremamente sensibili, si stressano facilmente e hanno un meccanismo di regolazione omeoterma della temperatura particolare. Purtroppo abbiamo scoperto che molti di questi animali non sono sopravvissuti. Da una comunicazione dell’Ente Parco risultano deceduti il 72% degli esemplari. Secondo noi è un danno enorme”.

In questi giorni i mondiali stanno andando avanti, probabilmente con soddisfazione di tutti, o quasi. Ma anche questo rovescio della medaglia va considerato.

Emanuele Scigliuzzo

Last Updated on 18 Settembre 2022 by Redazione 2

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