Marino, Bibliopop, incontro sul referendum

Marino, Bibliopop, incontro sul referendum

Marino (Rm) – “Cosi come abbiamo fatto in occasione del precedente Referndum” – DICE Sergio Santinelli, Presidente di Bibliopop – “anche in questa occasione, Bibliopop intende offrire un servizio ai cittadini: di conoscenza per giungere ad unalibera scelta. Abbiamo invitato esponenti del SI e del NO ai referendum proposti per i quali si vota il 12 giugno“.

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PER IL NO. Il quesito sulle modalità di presentazione delle candidature dei magistrati per le elezioni del Csm e quello sulla partecipazione dei membri laici alla redazione delle “pagelle” dei magistrati sono del tutto irrilevanti ai fini di un migliore funzionamento della giustizia per i cittadini. Il quesito sulla divisione delle carriere tra Pubblici ministeri e giudici avrebbe l’unico effetto di allontanare il Pubblico Ministero dalla cultura della giurisdizione, schiacciandolo su un’attività di polizia. Non a caso è un antico cavallo di battaglia della destra berlusconiana. Il quesito sulla custodia cautelare è riferito a tutte le misure sia coercitive che interdittive e quindi è ingannevole. Esclusi i delitti di mafia e quelli commessi con l’uso delle armi, l’effetto sarebbe quello di impedire la custodia cautelare non solo per chi ha commesso reati gravi, ma anche l’allontanamento dalla casa familiare del coniuge violento o il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona vittima di atti persecutori. Infine il quesito sull’abrogazione della legge Severino è particolarmente odioso perché abroga l’intera disciplina riguardante la decadenza e l’incandidabilità degli eletti condannati con sentenza definitiva a una pena superiore a due anni.

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PER IL SI. Con il sì viene abrogato il decreto e si cancella così l’automatismo: si restituisce ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso di condanna, occorra applicare o meno anche l’interdizione dai pubblici uffici.
Resterebbe in vigore la carcerazione preventiva per chi commette reati più gravi e si abolirebbe la possibilità che di procedere alla privazione della libertà in ragione di una possibile “reiterazione del medesimo reato”. Questa è la motivazione che viene utilizzata più di frequente per disporre la custodia cautelare. Il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale. Col sì viene riconosciuto anche ai membri “laici”, cioè avvocati e professori, di partecipare attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati. Viene abrogato l’obbligo, per un magistrato che voglia essere eletto di trovare da 25 a 50 firme per presentare la candidatura. L’attuale obbligo impone a coloro che si vogliano candidare di ottenere il beneplacito delle correnti o, il più delle volte, di essere ad esse iscritti. Avremmo così votazioni che mettono
al centro il magistrato e le sue qualità personali e professionali, non gli interessi delle correnti o il loro orientamento politico.

Redazione

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