Marino, Assohandicap: la direzione assicura che stanno lavorando per l’associazione

Marino, Assohandicap: la direzione assicura che stanno lavorando per l’associazione

Lo stato di agitazione e il presidio dei lavoratori di Assohandicap, indetto da alcune sigle sindacali per chiedere chiarezza. La direzione assicura: stiamo lavorano per salvare Assohandicap.

Di Emanuele Scigliuzzo

Marino – I lavoratori dell’Associazione Assohandicap hanno proclamato lo stato di agitazione e indetto un presidio che si è svolto nella mattinata di venerdi 7 giugno. La protesta, come abbiamo spiegato in un altro articolo, è per difendere i propri diritti e per chiedere chiarezza per il futuro di una realtà, eccellenza del nostro territorio, a cui fa riferimento persone con disabilità motorie, neurologiche, cognitive, neuropsicologiche, psichiche o neurosensoriali, oltre a chi necessità di riabilitazione. Una realtà, quella di Assohandicap, che offre, in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, una residenza sanitaria assistita, un centro di riabilitazione e un poliambulatorio. Un centro quindi, che il nostro territorio non può perdere, e in cui lavora personale altamente specializzato. In questa realtà, da qualche tempo sono stati inseriti, nell’ambito di alcune mansioni, personale di Alteya, una cooperativa del nostro territorio, che tra i suoi obiettivi si prefigge l’assistenza specializzata a persone con disabilità, e la gestione di centri riabilitativi. Una cooperativa però, impegnata in molte altre attività che riguardano il mondo delle persone con disagio psichico, minori a rischio, persone con disabilità e anziani, alimentata da personale specializzato.

Abbiamo raggiunto la direzione di queste due realtà importanti per i Castelli Romani, per provare a fare luce sugli interrogativi dei lavoratori di Assohandicap. Al telefono ci viene spiegato dalla direzione che: “il personale inserito in Assohandicap, e proveniente da Alteya, è grazie all’istituto del ‘Volontariato di Competenza’ che permette a un’azienda, di aiutare un’azienda del terzo settore, inviando persone in forma volontaria. Questo non vuol dire che non son pagati, ma che volontariamente vanno a lavorare in questa azienda, con uno stipendio pagato dal partente, quindi dall’azienda dalla quale sono dipendenti. Questa è una forma di coesione sociale che viene molto spinta anche dal ministero del Lavoro e in Italia sono circa quattromila aziende che svolgono questo tipo di volontariato nei confronti di attività del terzo settore, o perché hanno delle difficoltà o per aumentare la coesione sociale. I sindacati che dovrebbero pensare anche al benessere dei pazienti, dovrebbero essere comunque contenti del fatto che se c’è  un aumento di personale, non a costo dell’associazione”.

Una delle questioni rappresentata proprio dai sindacati, proviamo ad obiettare, però, è proprio la riduzione del loro orario lavorativo, con conseguente danno economico. La direzione però ci spiega: “Non abbiamo portato riduzioni in termini di numero dei lavoratori strutturati, né abbiamo ridotto le ore di lavoro. Quello che viene meno è la retribuzione degli straordinari, ma certamente l’aiuto che arriva dai lavoratori immessi è proprio per dare sostegno all’associazione e aiutarla sollevandola da alcuni pagamenti, senza però che venga ridotta la qualità offerta ai propri utenti. Del resto, se un’azienda è in difficoltà economica e finanziaria, in qualche modo si deve agire. Con questa soluzione quindi, i pazienti non ci rimettono perché non hanno carenze nelle prestazioni e i lavoratori, che risultano aumentati in termini di numero, hanno meno incombenze”.

Riguardo la mancanza di chiarimenti sui rapporti osservata dai sindacati ci viene detto che “L’azienda non è tenuta a dover chiarire tutti gli accordi in essere con altre realtà, e che il rischio imprenditoriale è di chi si assume questa responsabilità che ha il dovere di agire affinché tutti gli obblighi assunti, tra cui anche gli stipendi, vengano assolti alla fine del mese. Noi stiamo operando per continuare ad assicurare anche questo. Ad ogni modo, quando ci è stato chiesto chi fossero queste persone abbiamo detto loro che sono volontari, e difatti sono volontari che svolgono un ‘Volontariato di Competenza’, non abbiamo quindi nascosto nulla. In questo anno in cui la direzione di Assohandicap si è avvicendata, ha portato alla riduzione di un terzo della perdita di bilancio, quindi la direzione che abbiamo intrapreso è quella giusta”.

Un percorso certamente in salita quindi, ma che ha come obiettivo quello “[…] di salvare una realtà importante che merita di essere salvata e stiamo lavorando proprio per questo. Un’azione che ha sempre salvaguardato i diritti dei lavoratori e che ha potuto adeguare gli stipendi ai lavoratori, come previsto dall’accordo ponte siglato dai sindacati e dalle associazioni di categoria. Quello che l’azienda deve ai lavoratori è quindi stato giustamente garantito. Quello che oggi un’azienda in crisi non può permettersi, sono uscite aggiuntive. Per questo si fa fronte alle molteplici necessità in modo diverso, garantendo sempre gli elevati standard qualitativi offerti dall’associazione”.

Riguardo invece l’istituto delle ferie la direzione ci spiega che “Abbiamo solo messo delle procedure, che sono previste in tutte le aziende, necessarie a regolamentare questo istituto. Quello che abbiamo messo in piedi è una procedura che stabilisce tempi e modi per chiedere le ferie, solo per dare una migliore organizzazione al lavoro. Inoltre, è stato rivolto ai sindacati aziendali l’invito a contribuire a migliorare la procedura qualora non risulti adeguata alle esigenze, proprio per andare incontro alle necessità di tutti.

La direzione poi ci dice che “Le sigle sindacali sono state incontrate quattro o cinque volte in un anno, diciamo che è certamente una buona media. L’azienda ha il diritto e il dovere di fare le proprie scelte, nel rispetto di tutti, ma che devono essere funzionali all’azienda stessa e ai suoi obiettivi. Agli incontri con i sindacati, anche se non era presente la direzione, erano comunque presenti il rappresentante legale e il direttore amministrativo. Direzione che però ha voluto precisare, ha incontrato i lavoratori e i genitori degli assistiti almeno tre volte, divisi per settori di competenza. Una presenza quindi, che non è risultata assente dal suo insediamento”.

Qualè il futuro di Assohandicap?

“L’impegno assunto è quello di salvare questa realtà importante e tutelare le famiglie che si rivolgono alla nostra associazione. Lo stiamo facendo e siamo convinti di poter garantire un futuro ad Assohandicap: ad oggi abbiamo salvaguardato tutti i lavoratori e ci riusciamo grazie anche al supporto di Alteya; non abbiamo tagliato nessuno dei servizi offerti che al contrario invece, sono aumentati.”

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Last Updated on 10 Giugno 2024 by Autore G

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