L’impianto biometano a Velletri. Un intruso in un contesto storicamente agricolo

L’impianto biometano a Velletri. Un intruso in un contesto storicamente agricolo
Casa del Tempo, Servizi per la terza età

di Alessia Saracino

Siamo a sud di Velletri, a circa 500 metri dall’incrocio di via dei 5 Archi, sulla strada che collega Velletri ad Aprilia. In un’area dove l’agricoltura è sempre stata il settore principale, oggi siamo in una situazione di crisi. E “anziché fare un’opera di rilancio di questo settore, si vanno a inserire questi impianti”, afferma il segretario del Comitato Tutela Ambiente e Salute Velletri, Fabrizio Muscedere. L’impianto a cui si riferisce è uno stabilimento di produzione di biometano che, secondo molti geologi – come il presidente del Comitato Fabio Taddei – ha un impatto ambientale sostanziale.

Abbiamo raggiunto Muscedere per parlare della questione. “Alcuni esperti dicono che l’impatto non si vede subito ma nel corso del tempo, tantoché l’incidenza di tumori nella zona a 5km di raggio è il 30% in più rispetto a quella che è la norma – spiega il segretario -. L’impatto è soprattutto a livello odorigeno e di pericolosità sulla falda acquifera sotterranea, utilizzata da tutte le aziende agricole della zona”.

Al momento, la realizzazione dell’impianto è stata sbloccata con l’ultima sentenza del Consiglio di Stato del 9 gennaio 2023. “Siamo in una situazione di tranquillità, un po’ la quiete prima della tempesta, perché la palla ce l’ha l’azienda che dovrebbe realizzare l’impianto [società Latina Biometano S.r.l., nda]”.

Una delle lamentele del Comitato è il fatto che l’impianto venga inserito in un contesto agricolo e non in una zona industriale. Muscedere spiega che a livello giuridico l’azienda che creerà l’impianto è un’azienda agricola. “Ma per noi è un’industria camuffata che si inserisce in un contesto che non è suo e va a creare danno alla zona”, afferma il segretario. Il Comitato contesta principalmente la localizzazione. “Ci sono case dove abitano delle persone – afferma Muscedere -. Ovviamente l’azienda dice che l’impianto non è inquinante”. Ma come abbiamo già detto, gli studi geologici svolti hanno dimostrato il contrario.

La realizzazione della struttura non porterebbe nessun tipo di vantaggio al territorio, neanche dal punto di vista dell’aumento di posti di lavoro. Il Comitato ha provato a dare due suggerimenti. Innanzitutto, un cambio di tecnologia da una soluzione anaerobica a una aerobica. E poi anche l’individuazione di una zona industriale all’interno della quale sarebbe più facile – e meno impattante – tenere un impianto del genere.

Il Comitato si è costituito soltanto a marzo 2021. “Siamo partiti troppo tardi – ammette Muscedere – perché non avevamo informazioni in merito. Quando abbiamo saputo della notizia, la città metropolitana di Roma stava già quasi per autorizzare l’impianto. Magari avere le informazioni in tempo ci avrebbe dato più chance per bloccare l’impianto o almeno andare in trattativa”. Questo è uno dei motivi per cui il Comitato verrà reso permanente: “Vogliamo essere partecipi della trasformazione urbanistica che avverrà in queste zone”.

Da parte sua, il comune di Velletri, anche in seguito alle pressioni del Comitato, ha fatto quello che gli spettava per legge: il ricorso al TAR prima e il ricorso al Consiglio di Stato poi, entrambi bocciati. E al momento non ci sono altri gradi di giudizio a cui fare riferimento. Tra l’altro, “le nuove normative che regolano questi impianti bypassano il comune – afferma Muscedere -, le autorizzazioni le dà direttamente la città metropolitana di Roma e il Comune, sostanzialmente, viene espropriato della possibilità di programmare sul proprio territorio”.

Last Updated on 17 Marzo 2023 by

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Redazione

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