L’Appia Antica in cammino per diventare patrimonio dell’UNESCO

L’Appia Antica in cammino per diventare patrimonio dell’UNESCO

L’Archeoclub Aricino Nemorense, associazione di Ariccia, ha dedicato da oltre un decennio alla Regina Viarum convegni, progetti, mostre, allestimenti museali, contributi scientifici, visite didattiche dedicate alle scuole e ai cittadini e raccolte di firme. In particolare, proprio nel convegno di respiro nazionale “VIE ROMANE” nel 2015, promosso dall’Associazione ed organizzato in collaborazione con la Soprintendenza e il Comune di Ariccia, si parlò per la prima volta a Palazzo Chigi della candidatura dell’Appia Antica a Patrimonio dell’Unesco. Lunedì 19 settembre 2022 ai Castelli Romani, ad Ariccia si è svolto il primo dei quattro incontri previsti, uno per ogni regione, prima mansio o stazione di posta della Regina Viarum al XVI miglio da Roma ed ha coinvolto tutti gli attori dei territori interessati dalla candidatura della Via Appia Antica. L’iter per inserire “Via Appia. Regina Viarum” nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco è stato avviato lo scorso maggio 2022 dal Ministero della Cultura. La via sarà proposta come sito seriale formato da 22 tratti, individuati nel suo percorso da Roma a Brindisi, maggiormente rappresentativi dell’eccezionale valore universale proposto e rispondenti ai requisiti richiesti dall’Unesco. La candidatura è promossa e coordinata direttamente dal MIC Ufficio Unesco e verrà presentata a gennaio 2023. Per saperne di più abbiamo intervistato l’archeologa dottore di ricerca Maria Cristina Vincenti, Presidente di Archeoclub Aricino Nemorense aps, e membro del dipartimento archeologia di Italia Nostra Lazio, che si occupa e lavora attivamente da molti anni alla valorizzazione dell’Appia Antica e per l’inserimento della “Via Appia Regina Viarum” nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

grafiche ottobre 2022

Qual è l’importanza storica dell’Appia Antica e perché dovrebbe diventare patrimonio UNESCO?
L’Appia Antica è la prima via pubblica dell’antichità e funzionava come una moderna autostrada con le mansiones o stazioni di posta a circa 24 km l’una dall’altra, dotate di servizi di ogni genere (terme, luoghi di culto, tabernae, alloggi, ecc.) e con stazioni intermedie per il cambio dei cavalli. L’apertura del suo tracciato, nel 312 a.C., costituisce un evento senza precedenti mettendo in connessione il Lazio con le regioni meridionali della Penisola fino a Brindisi, porta di collegamento con la Grecia e tutto il Mediterraneo. L’ Appia Antica merita di diventare patrimonio dell’umanità perché non solo è la “Regina delle vie” ma è l’emblema stesso del cammino dell’uomo. Lungo il suo tracciato, e nelle sue adiacenze, si conservano testimonianze archeologiche e monumentali stratificate di valore universale.

grafiche ottobre 2022

Che benefici porterebbe una cosa del genere?
La valorizzazione dell’Appia a sito Unesco darà avvio ad un ampio processo di partecipazione delle comunità e delle associazioni culturali dei territori attraversati dal suo tracciato in quattro regioni Lazio, Campania, Basilicata e Puglia. La valorizzazione delle sue eccellenze e delle attività locali andrà di pari passo con lo sviluppo sostenibile del territorio, la conservazione del sito, le attività di ricerca archeologica e storica, la formazione e l’educazione dei ragazzi in età scolare. Tutti questi fattori ricadranno sulla qualità della vita dei cittadini che vi vivono, aumenterà l’attrattività turistica del sito e dei beni culturali e ambientali nelle vicinanze, attraverso la comunicazione e la qualità dei servizi offerti. Ruolo centrale avranno i professionisti del settore e l’imprenditorialità locale per i quali si potranno aprire importanti prospettive.

grafiche ottobre 2022

Quali sono i monumenti e i reperti più significati dell’Appia nel territorio dei Castelli Romani?
L’Appia nel nostro territorio è contrassegnata da vestigia notevoli, tra cui la Porta Pretoria e l’accampamento fortificato dei Castra Albana; il Torrione della Stella e le prospicienti Catacombe di S. Senatore; i resti del “cosiddetto” tempio di Asclepio all’interno della proprietà dell’ Albergo Villa Ariccia; nella Valle di Ariccia sono ubicate aree archeologiche di grande interesse come il Parchetto Savelli-Chigi dove insistono i resti di edifici termali tardo-antichi, l’area archeologica dell’Orto di Mezzo che conserva una cella templare e dove è stata rinvenuta, nel 1998, la splendida erma bifronte conservata presso il Museo delle Navi di Nemi e da dove proviene probabilmente una importante iscrizione con dedica a Diana conservata nel Palazzo Chigi di Ariccia. In questi siti l’avvio di campagne di scavo archeologico potrebbe portare a risultati sorprendenti. Proseguendo oltre troviamo il cd. Basto del Diavolo (una porta urbica emergente soltanto nella parte sommitale) e il monumento più importante lungo l’Appia, dopo la tomba di Cecilia Metella, costituito dalla Sostruzione o viadotto di valle Ariccia lungo 200 m per la quale nel 2011 con i soci dell’ Archeoclub Aricino Nemorense aps intraprendemmo una raccolta di firme per denunciarne lo stato di abbandono. A soli 800 metri dalla Sostruzione c’è lo sbocco dell’emissario sotterraneo del Lago di Nemi in Valle Ariccia che prosegue con un canale a cielo aperto che attraversa tutta la valle e lì sul lato ovest altre aree di interesse archeologico…

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Quali azioni state intraprendendo per entrare a far parte del patrimonio UNESCO?
Come archeologa, dottore di ricerca e guida ambientale escursionistica, mi occupo dell’Appia Antica nel mio territorio da oltre quindici anni, con l’organizzazione di convegni, pubblicazioni scientifiche, azioni di promozione, recupero e valorizzazione in collaborazione con il Comune di Ariccia, la Soprintendenza archeologica e il Parco dei Castelli Romani. Ho spronato l’acquisizione a pubblico demanio di aree di interesse archeologico sull’ Appia Antica nel Comune di Ariccia. Da maggio ho accompagnato numerosi visitatori alla scoperta delle vestigia della Regina Viarum ed ho partecipato, in qualità di rappresentante di Italia Nostra Lazio-Dipartimento di archeologia e come Presidente di Archeoclub Aricino Nemorense aps, al tavolo di lavoro del MIC per la candidatura dell’Appia a patrimonio dell’Unesco, che si è svolto lo scorso 19 settembre nel Palazzo Chigi di Ariccia. Uno dei tanti incontri che si stanno svolgendo lungo tutto il tracciato. A gennaio sarà presentata la candidatura. Stiamo lavorando all’organizzazione di iniziative culturali a tema che proporremo già nei primi mesi del 2023.

Last Updated on 13 Novembre 2022 by AutoreL

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