La terapia con l’approccio analitico transazionale per riprendersi la vita

La terapia con l’approccio analitico transazionale per riprendersi la vita

Traumi grandi o piccoli condizionano il nostro stato d’animo e l’approccio alla quotidianità.
Riconoscerli e elaborarli è il modo giusto per ritrovare la felicità

La vita di tutti è fatta di episodi, di momenti che possono segnare più o meno la nostra esistenza e che senza rendercene conto, possono costituire con il tempo un carico che rischia di diventare opprimente. Un accumulo di piccoli episodi che alla fine può rompere il nostro equilibrio interiore e allora, facciamo fatica a gestire le situazioni di tutti i giorni, ci sentiamo meno sicuri o meno forti, o forse semplicemente meno tranquilli, ma senza capire quale sia la causa.

In effetti il problema, possono essere proprio quei sassolini che con il tempo, sono diventati una montagna che ci frena. E allora, serve qualcuno che ci aiuti a comprendere il nostro stato d’animo per essere liberi di fare scelte consapevoli e buone per noi. Diversamente, ci sono episodi talmente forti che creano in noi un fossato, qualcosa di così profondo in cui ci sembra di sommergere. Anche in questo caso, per affrontare la salita e risalire la china serve una fune di salvataggio lanciata da qualcuno che, con gli strumenti giusti, ci possa guidare. Se i primi sono i traumi con la “t” minuscola che agiscono sommandosi tra loro, gli altri invece, sono quelli con la “T” maiuscola.

In entrambi i casi abbiamo bisogno di uno psicoterapeuta che ci possa aiutare a superare momenti difficili o a sentire le emozioni, che non siamo riusciti a provare e che hanno radicato in noi un nodo che va sciolto per sbloccarci e riprendere la nostra vita in mano.

Grazie alla sua preparazione, Romina Piermarini, psicologa e psicoterapeuta, può offrire durante gli incontri con i propri pazienti la possibilità di lavorare sui comportamenti individuali, relazionali e sui processi mentali alla loro base, così da rendere possibile tale ripresa. Inoltre, Romina Piermarini è certificata EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), una tecnica che attraverso i movimenti oculari aiuta la rielaborazione dei traumi.

Una metodologia che integra alla teoria Analitico transazionale che è la sua teoria di riferimento. Quest’ultima è stata ideata dallo psichiatra Eric Bern negli anni 50, e che mette insieme la terapia umanistica, psicodinamica e interpersonale. Un approccio che aiuta il paziente a comprendere le sue emozioni e a renderlo consapevole del percorso terapeutico stesso, come parte attiva del processo di cambiamento, infatti viene definito insieme l’obiettivo finale (chiamato contratto) e a volte anche gli obiettivi intermedi.

I motivi per iniziare una terapia possono essere molteplici, unici e con livelli di disagio molto diversi. Possono riguardare aspetti individuali o relazionali. Per esempio oltre ai traumi che possono destabilizzare la nostra esistenza, un altro motivo potrebbe essere quello di accorgersi di vivere in una relazione di dipendenza affettiva, una relazione di coppia sbilanciata, dove di solito uno dei componenti della coppia è dominante e l’altro dipendente. Tale relazione può diventare nociva o pericolosa nel momento in cui c’è la volontà da parte di uno di frenare o di impedire la vita e la realizzazione dell’altro. Può essere difficile accorgersi di vivere una relazione di dipendenza, poiché si può creare un equilibrio inconsapevole nella coppia, causando però malessere alla parte più debole.

O possono essere i genitori ad aver bisogno di una cosiddetta consulenza genitoriale per la gestione del rapporto con i propri figli. Questo accade a qualsiasi età, sembra intensificarsi in adolescenza, poiché è un periodo di più alta conflittualità fisiologica e necessaria perché il figlio ha bisogno di definirsi diverso e separato dai genitori. Quando il rapporto con i genitori diventa turbolento prima del tempo o quando i genitori non riescono a interpretare i segnali che i figli stanno lanciando per comunicare un disagio o uno stato d’animo, è possibile ricorrere ad un aiuto per favorire la comunicazione nella famiglia e ritrovare l’armonia nel rapporto stesso.

Può diventare complicato anche vivere da soli una perdita, l’elaborazione del lutto richiede il suo tempo che varia per ognuno di noi. Secondo gli ultimi studi si creano quelli che sono definiti i “legami che continuano”, e che generano un rapporto che prosegue attraverso le parti interiorizzate della persona che non c’è più. Tale passaggio non è sempre fluido, a volte il lutto si blocca, o si prolunga questo per diversi fattori che hanno a che fare con la natura della relazione che c’era con la persona persa o la causa della morte, a volte improvvisa e inaspettata.
Ciò rende il lutto, che è di per sé un passaggio naturale, un possibile trauma che se non affrontato in modo adeguato, come tutte le ferite, può diventare una patologia.

Alimentazione, rapporto con la famiglia o con i gli amici e il senso di solitudine invece, sono tra le cause che portano i più giovani, dall’età adolescenziale in poi, a chiedere un aiuto esterno, iniziando un percorso che nel momento dello sviluppo della propria identità, può diventare importante.

La terapia Analitico transazionale, l’indirizzo scelto dalla dottoressa Romina Piermarini si basa su vari principi, il più importante per lei è quello relativo all’idea di uomo, capace di accettarsi così com’è con i propri pregi e difetti, ma anche capace di farlo con gli altri abbracciando la loro unicità. Riconoscersi quindi, come persona capace di scegliere quello che va bene per sé, nel rispetto degli altri, in qualsiasi momento della vita, è il segreto del nostro star bene con noi stessi e nei rapporti con gli altri.

psicologa piermarini

Last Updated on 19 Marzo 2024 by Redazione 2

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