La storia di David Fabbri, da vittima a testimone contro bullismo e cyberbullismo

La storia di David Fabbri, da vittima a testimone contro bullismo e cyberbullismo
Casa del Tempo, Servizi per la terza età

Le statistiche delle Nazioni Unite riportano che nel mondo 1 studente su 3, tra i 13 e i 15 anni, ha vissuto esperienze di bullismo: sono 246 milioni i bambini e gli adolescenti che ogni anno subiscono episodi di violenza a scuola.

Tra questi numeri c’è anche David Fabbri, un ragazzo del Mugello, all’ultimo anno di superiori presso un istituto tecnico informatico. Quello che lo differenzia dagli altri è però la voglia concreta di cambiare le cose e cercare di aiutare gli altri.

David, mi puoi raccontare quello che ti è successo?
Tutto è iniziato in terza elementare, quando mi sono trasferito in una nuova scuola e già da subito sono stato preso di mira dai miei compagni. Ero un po’ un “secchione”, mi mettevo al primo banco, e avevo con me sempre il computer per seguire meglio le lezioni visto che sono affetto da DSA. Forse sono questi i motivi chi mi rendevano “diverso” agli occhi della mia classe. Hanno iniziato con piccoli scherzi e poi le prese in giro si sono fatte sempre più pesanti. Mi staccavano i tasti dal computer per poi arrivare a rompermelo, mi spezzavano le matite, abbassavano i pantaloni davanti a tutti e mi buttavano le scarpe nel wc. Ho provato anche a includermi e risolvere la situazione in qualche modo, ad esempio invitando i miei compagni di classe al mio compleanno. Ma purtroppo non è venuto nessuno.

Dopo è arrivato il cellulare e con quello il cyberbullismo con gruppi di classe e messaggi che mi incitavano al suicidio. Mi dicevano “David ti devi ammazzare”, “domani non devi venire a scuola, non ti vuole nessuno”. Mi sono chiuso in me stesso e mi chiedevo in continuazione “perché io? Che cosa ho di sbagliato?”. La fase peggiore è arrivata in seconda media, dove sono stato picchiato a sangue nella palestra della scuola. Tutti stavano a guardare e nessuno ha pensato né di chiamare aiuto né di soccorrermi. Mi hanno lasciato lì, in terra, da solo e dato che era l’ultima ora sono andati tutti via. Sono rimasto muto per settimane. Ero completamente in un altro mondo.

Come hai reagito a tutto questo?

Ho cambiato ambiente e ho visto alle superiori un concorso sulla giustizia. Lì ho deciso di fare qualcosa. Ho girato un cortometraggio dal titolo “l’idea” che trattava della mia storia, cercando di trasformare la mia esperienza in qualcosa di positivo per aiutare gli altri. Successivamente ho scritto anche un libro dove racconto in modo più dettaglio i miei pensieri e le mie sensazioni durante il periodo del bullismo. Da lì è esploso tutto, sono addirittura andato al Maurizio Costanzo show, dove ho potuto vivere un’esperienza bellissima con Costanzo, una persona fantastica. Poi sono arrivate le onorificenze: la nomina a magnifico messere dalle vecchie glorie del calcio storico fiorentino e alfiere della Repubblica dal presidente Mattarella. È stata un’esperienza meravigliosa e sono onorato di aver ricevuto questi riconoscimenti. Ora vado nelle scuole in tutta Italia e faccio interventi per parlare ai ragazzi della mia esperienza e cercare di dare una mano. Molti mi scrivono sui social e qualche volta mi contattano anche famiglie e professori per chiedere un consiglio. Sono molto felice di poter dare il mio contributo.

Ma la scuola dov’era? In cosa è stata carente?
La scuola con me ha chiuso un occhio. La punizione a chi mi ha picchiato è stata quella di un giorno di sospensione, che per loro è stato un giorno di vacanza. Sicuramente gli istituti dovrebbero fare più attenzione, nella mia esperienza molti facevano finta anche che non succedesse niente. Servirebbe più consapevolezza oltre che una costante sensibilizzazione sul tema.

Mi puoi parlare degli aspetti che caratterizzano il cyberbullismo?
Il cyberbullismo è proprio una brutta bestia. Da una parte ci sono i bulli che da dietro uno schermo si sentono magicamente protetti, diventando più spietati e dall’altra parte ci sono le vittime che invece devono rivivere questo incubo continuamente. Ciò accade perché un contenuto offensivo se diffuso sulla rete non si ferma mai e può essere visto da chiunque.

Last Updated on 13 Marzo 2023 by AutoreL

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