La storia di Claudia Hausmann, volontaria Afron: “Fortunata ad essere nata in questa parte del mondo”

La storia di Claudia Hausmann, volontaria Afron: “Fortunata ad essere nata in questa parte del mondo”

Mi sento riconoscente e fortunata perché non ho alcun merito per essere nata qui, in questa parte del mondo”.

A spiegare così la sua scelta di essere volontaria di Afron, oncologia per l’Africa onlus, associazione da dieci anni impegnata nella lotta ai tumori in Uganda, è Claudia Hausmann, 50 anni, che quando ne ha 38, a Milano, nel pieno della carriera, di una vita felice e con un figlio di meno di 3 anni, riceve la diagnosi di cancro al seno.

Da quel momento all’operazione passano una manciata di giorni.
Mastectomia e ricostruzione con protesi, chemio, terapia monoclonale perché il mio tumore – come racconta alla Dire – era bello aggressivo, Her2 positivo. Svuotamento ascellare, tanta fisioterapia per il braccio, ero arrivata a pesare 40 kg sotto chemio, vomitavo sempre”.

La rinascita arriva verso la fine del percorso con il trasferimento da Milano a Roma.
La normalità è stato un rifiorire – racconta –. Tornando a Roma ho lasciato il lavoro nel marketing e ho cambiato vita, avendo avuto il privilegio di poterlo fare. La priorità era stare con mio figlio e ho ripreso in mano il canto, la mia grande passione”.

L’incontro con l’Uganda arriva “a novembre 2016. Sono stata invitata a Kampala dal precedente ambasciatore – racconta – per la settimana della cultura italiana e ho cantato con la band locale. Tra gli invitati, ad ascoltarmi, c’era Titti Andriani, la presidente di Afron. Stando lì mi sono resa conto del mio enorme privilegio – confessa Claudia – solo grazie alle cure che ho potuto fare in Italia posso dire di essere viva”.

Da quella serata, a Roma, Claudia Hausmann è diventata la voce di Afron e organizza serate gratuite per raccolte fondi.

Alle donne raccomanda la prevenzione che lei seguiva annualmente.
Mi vengono i brividi – ammette – quando sento di persone che non si controllano. È necessario”.

L’invito per le donne che stanno affrontando la malattia è di “non mollare e affidarsi a una figura di riferimento durante il percorso, qualcuno di cui fidarsi: per me – racconta – è stata Alessandra Gennari, ora primaria oncologa a Novara e diventata un’amica”.

La forza Claudia l’ha tirata fuori grazie a suo figlio.
Non esiste che muoio, devo vederlo crescere” ripeteva di continuo a se stessa.

Ora, nonostante sia tutto fermo per la pandemia, pensa ai prossimi progetti.
Non sono mai andata in missione con Afron in Uganda – ammette – ci vorrei proprio andare”.

(Fonte: Agenzia di Stampa “DIRE”)

Last Updated on 28 Marzo 2021 by

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Redazione

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