Ecco perché si è sciolto il “Comitato Cittadini Ciampino No Antenna”

Ecco perché si è sciolto il “Comitato Cittadini Ciampino No Antenna”

Una decisione sofferta, presa perché rimasti inascoltati. Ma non è una resa, si spera in una reazione dell’amministrazione comunale che inizialmente aveva aperto le porte a una collaborazione.

Di Emanuele Scigliuzzo

Era uscita con un sorriso di soddisfazione Simona La Tona e dopo l’incontro con l’appena insediata sindaca Colella dicendo: “Finalmente qualcuno ci ha ascoltato”. Nessuno avrebbe mai immaginato che a distanza di un paio di anni da quell’incontro, il “Comitato Cittadini Ciampino No Antenna” si sarebbe sciolto perché quello che all’inizio sembrava un voltare pagina, alla fine sarebbe rimasta solo un’illusione. “Abbiamo deciso di scioglierci – dice Simona La Tona perché non siamo riusciti a costruire un dialogo con l’amministrazione comunale. Nonostante i nostri sforzi e i tanti tentativi fatti per avere un contatto, non siamo più riusciti a rappresentare le nostre idee nella sede comunale. Quello che all’inizio sembrava un cambiamento, è rimasta una speranza che non si è concretizzata. Ci siamo trovati davanti a una scelta e abbiamo deciso di chiudere i battenti perché ci rendiamo conto di non poter raggiungere i nostri obiettivi, semplicemente perché rimaniamo inascoltati. Siamo delusi da chi già in piena campagna elettorale, ci ha inizialmente spalancato le porte, accogliendo la nostra voglia di collaborare per portare avanti il progetto di creare, per Ciampino e la salute dei suoi cittadini, una città attenta alle emissioni del 5G. Abbiamo sempre sostenuto – prosegue Simona La Tonadi non voler assolutamente evitare l’installazione di tralicci per l’emissione del segnale telefonico, la nostra non è una chiusura su tutti i fronti. Quello che abbiamo sempre chiesto e che nessuno ha voluto ascoltare, è lo spostamento dell’antenna di via Venezia, motivo per cui ci siamo costituiti, ma anche l’aggiornamento del regolamento e del piano antenne ormai obsoleto e quindi, il posizionamento delle altre antenne in punti dove queste non creerebbero problemi alla salute, garantendo comunque la copertura del segnale”.

Ma Ciampino oggi è dotato di un regolamento e di un piano antenne aggiornato?

No, e il nostro obiettivo era partecipare a un tavolo di concertazione, mettendo a disposizione i nostri tecnici indipendenti, che avrebbero agito a tutela della salute pubblica, in collaborazione con l’amministrazione comunale e la società Leganet, a cui è stato affidato l’incarico dalla precedente amministrazione. L’idea che avremmo voluto portare avanti era quella della minimizzazione dei tralicci sul territorio comunale, disegnando un piano in grado di garantire una copertura adeguata, con attenzione particolare ai punti sensibili e in considerazione anche delle antenne già posizionate dei comuni limitrofi, per evitare una sovraesposizione di segnale. Ma non siamo mai stati chiamati in causa, quindi la nostra esistenza è diventata praticamente inutile e per questo abbiamo deciso di scioglierci continuando però a manifestare il nostro disappunto.

Intanto, è entrato in vigore l’innalzamento dei valori lo scorso 29 aprile modificando, dopo 21 anni la soglia fissata a 6 V/m, un limite che secondo studi scientifici sarebbe stato in grado di tutelare in qualche modo i cittadini, anche se l’esposizione è calcolata nell’arco delle 24 ore e non dei 6 minuti.

Oggi quindi, in Italia con la legge sulla Concorrenza, approvata il 30 dicembre scorso, il nuovo tetto da non superare è stabilito in 15 V/m, con un calcolo spalmato sempre sulle 24 ore.

Questo innalzamento, annunciato da tempo, vi preoccupa ulteriormente?

Si, ma dalle reazioni che ci sono state in Italia, con sempre più numerosi sindaci che hanno deciso vietare l’innalzamento dei limiti approvati dal governo, capiamo che il movimento di preoccupazione attorno a questa nuova tecnologia sta crescendo. Avevamo chiesto al nostro comune, a febbraio di quest’anno, di esprimere parere negativo all’innalzamento dei limiti CEM e di farsi promotrice di una rete attiva e virtuosa di enti locali che potesse disincentivare il governo rispetto all’innalzamento. Non solo non abbiamo avuto alcuna risposta, ma non abbiamo visto neanche nessun passo in questo senso da parte dell’amministrazione comunale. Occorre tener sempre presente che il Sindaco è il primo responsabile della salute dei cittadini.

Un cambiamento importante, quello introdotto dal governo che porterà gli operatori economici ad avanzare, con ogni probabilità, numerose nuove richieste. Per questo diventa ancora più importante avere un regolamento e un piano antenne comunale aggiornato che stabilisca, fin da subito, i punti in cui il comune ha deciso di non posizionare tralicci. Sono questi gli unici strumenti possibili per le amministrazioni, che nel Lazio, tra l’altro, sono obbligatori con norma regionale.

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Last Updated on 11 Giugno 2024 by Autore S.

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