Ciampino e la sua politica ambientale

Ciampino e la sua politica ambientale

Abbiamo intervistato l’assessora Giglio, con delega anche alle politiche ambientali, al verde pubblico e alla mobilità sostenibile, affrontando con lei importanti e delicati temi, ancora più centrali visti i numerosi lavori che caratterizzano la città in questo periodo.

Di Emanuele Scigliuzzo

Tutela ambientale, cambiamenti climatici, raccolta differenziata e mobilità sostenibile: tutte parole che oggi sembrano andare di moda, ma che dovrebbero rappresentare la priorità di tutti i cittadini. Ciampino, rispetto a questi concetti dove sta andando? Le minacce all’ambiente e alla salute pubblica sono importanti e arrivano da diversi fronti per questa città incastonata tra Roma e i Castelli Romani. Riuscire a integrare la politica ambientale con le esigenze di una comunità non è cosa da poco, viste le molteplici e disparate necessità della società moderna che sicuramente non è a impatto zero. Ciampino poi non è certamente una cittadina semplice da questo punto di vista, non solo per la presenza dell’aeroporto, ma anche per la vicinanza con Roma. Ne abbiamo parlato con l’assessora all’ambiente Federica Giglio, che per competenze istituzionali abbraccia la propria preparazione professionale di ingegnera Ambientale, che per semplificare in maniera estrema, si occupa degli effetti degli interventi antropici dell’uomo sulla natura e sull’ambiente che lo circonda. Un’attenzione che negli ultimi decenni è cresciuta in maniera esponenziale.

L’approccio che l’assessora Giglio vuole dare al modo di interpretare il mandato che le è stato affidato, è esattamente quello ingegneristico, ovvero basato sui dati e partendo da questioni oggettive, ponendo al centro delle sue scelte come Nord polare, una celebre frase di Einstein: “Non possiamo pensare di risolvere i problemi pensando allo stesso modo di quando li abbiamo generati”.  Partendo quindi da questi presupposti, abbiamo affrontato con lei diverse questioni.

Aeroporto, un fattore che caratterizza e condiziona Ciampino da sempre, che è tornato a preoccupare con un nuovo regolamento proposto da ENAC.

Dobbiamo ripartire dal famoso decreto Costa e dalle tante battaglie condotte dal CRIACC (Comitato per la Riduzione dell’impatto Ambientale dell’Aeroporto di Ciampino), grazie alle quali è stata stabilita una cornice dalla quale non è consentito uscire e che ha resistito a tutta una serie di ricorsi. Il divieto di volo nelle ore notturne (23.00 – 06.00), la riduzione dei voli a un numero massimo di 65 giornalieri, seppur esclusi quelli di commerciali e di Stato, sono difatti un’importante vittoria collettiva, che ha portato a mitigare gli effetti del Pastine. Oggi le minacce arrivano nuovamente da ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) che sta provando a emanare, per la seconda volta, un regolamento che stravolgerebbe le regole con cui è stato gestito in Italia il tema del rumore aeroportuale.

Questo regolamento formalmente non andrebbe a impattare su Ciampino, perché riguarda tutti gli aeroporti con oltre cinquantamila voli l’anno, mentre il Pastine si ferma a quarantaduemila. Nonostante questi presupposti, abbiamo ritenuto, insieme all’amministrazione comunale di Marino e al CRIACC, di proporre delle osservazioni sui contenuti che non ci trovano d’accordo, rappresentando comunque che non riteniamo possibile che un regolamento interno di un ente, possa superare l’importanza e l’applicazione di un decreto ministeriale.

Già nel 2012 l’ENAC aveva tentato di arrogarsi il diritto di disciplinare nella materia di acustica ambientale e in quella circostanza il Ministero dell’Ambiente rispose formalmente, che l’ENAC era un “Ente istituzionalmente non preposto a tale compito”.

Abbiamo chiesto dunque ai Ministeri di Ambiente e Trasporti di ribadire con forza questa posizione, invitando ENAC a bloccare la procedura di pubblicazione di tale Regolamento e ad astenersi in futuro dal redigere circolari e/o regolamenti in materia di acustica aeroportuale.

Mentre resta da definire la rotta finale, che oggi è invece ancora provvisoria

Esattamente. Su questo siamo in attesa dei dati di ARPA per le valutazioni dell’impatto dell’acustica che con il tracciato in vigore penalizza soprattutto gli abitanti di Santa Maria delle Mole. Insieme al Comune di Marino abbiamo avanzato la richiesta di effettuare le rilevazioni, che sono in corso, ma non possiamo dire quando ci sarà data risposta perché è un lavoro molto complesso, che richiede tempo. Restiamo vigili anche in questo, così come su tutto l’impatto che l’aeroporto inevitabilmente ha sui cittadini.

Verde pubblico. Tanti i cantieri aperti. Come cambierà Ciampino? In che direzione stiamo andando?

Per affrontare la questione dobbiamo partire dalla considerazione che il nostro comune è il più densamente abitato del Lazio, con una percentuale di edificazione altissima, superiore a tutti gli altri centri dei Castelli Romani. Siamo tanti e poco abituati a pensare come comunità, questo rende più difficoltosa la gestione. In comune ci arrivano le lamentele perché per qualcuno gli alberi sporcano o le radici arrecano danni alla pavimentazione, non solo a persone con difficoltà motorie; allo stesso tempo arrivano le richieste di aumentare le alberature.

Noi siamo coscienti e consapevoli degli effetti benefici che le piante hanno per l’uomo e sull’ambiente che ci circonda, per questo sono state avviate e intraprese iniziative come i corridoi per gli impollinatori, mediante il metodo dello “sfalcio differenziato”, che lo scorso anno ha suscitato anche un po’ di ilarità sui social. C’è anche da dire che la missione n. 5 del PNRR, ovvero inclusione e coesione, si scontra con la progettazione urbana degli anni in cui l’albero stradale era concepito al pari delle panchine o dei cestini. In quegli anni, come purtroppo si vede anche in molti marciapiedi delle città nei dintorni, poteva capitare che su un marciapiede largo un metro fossero piantati addirittura dei platani (il caso di via Genova ad esempio).

Quello che ha ispirato i lavori che stiamo conducendo con le tempistiche stringenti previste dalle norme, per non perdere i finanziamenti concessi, è la ragionevolezza. Un principio che ci ha portato a salvare gli alberi che in base alla nuova progettazione non sono stati compromessi nella loro stabilità. Nello stesso tempo, sia su viale di Marino che su via Genova, sono state previste delle tazze per nuove messe a dimora.

Per le nuove alberature, per le quali dovremo aspettare l’autunno, ci rivolgeremo ad esperti del settore, selezionando le specie secondo criteri ambientali: allergeni, stoccaggio della CO2, assorbimento di PM10 e ozono, nonché rispetto alle dimensioni: gli alberi dovranno essere almeno di medio fusto per andare a sostituire quelli tolti e non dovranno essere fuscelli appena nati, ma piante in uno stato vegetativo più avanzato in modo da poter godere in qualche anno degli effetti benefici che porta una pianta adulta.

Se numeri alla mano ci saranno meno alberi, questo dipenderà dal fatto che intendiamo posizionarli in modo che sarà garantito il loro futuro e la loro salute.

Quello che è sicuro è che Ciampino deve dotarsi quanto prima di alcuni strumenti di pianificazione, che ho chiamato, nel loro complesso “Patto del Verde”, che aiuti l’Amministrazione a fare scelte ragionate e che aiuti quindi diffondere una diversa sensibilità nei confronti della biodiversità anche in ambiente urbano.

Che cos’è il Patto del Verde?

Il Patto del Verde è un memorandum che comprende vari strumenti: il censimento del verde, il sistema informativo territoriale, il regolamento del verde, il bilancio arboreo, gli strumenti di pianificazione strategica, come il piano comunale del verde.

Il censimento orizzontale, quindi di aiuole e spazi verdi, e verticale, di alberi e arbusti, a Ciampino è al momento disponibile solo in misura parziale. Mentre per fare qualsiasi ragionamento è necessario avere un quadro completo e chiaro della situazione.

Al centro del Patto del verde ci sono la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi (art. 9 della Costituzione), attraverso la tutela del loro elemento principale: l’albero che rappresenta un vero e proprio strumento di prevenzione sanitaria ed è nostro alleato nella lotta contro l’inquinamento atmosferico, l’impatto dei cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità.

Per tutto questo sarà quindi previsto anche un piano di manutenzione

Certamente. Ma dobbiamo anche dire che i fondi della manutenzione del verde cittadino di tutti i comuni d’Italia, vengono resi disponibili a bilancio dalle entrate che derivano dagli oneri di urbanizzazione, e questa è una cosa che difficilmente viene resa nota. Questi oneri di urbanizzazione sono quelli pagati dai cittadini per pratiche edilizie e urbanistiche, per i lavori di ristrutturazione delle case o per le nuove costruzioni, ad esempio, creando così una stretta correlazione tra le manutenzioni e quello che continui a edificare sul territorio, e il verde pubblico. Di conseguenza, più abbiamo entrate e maggiore sarà la manutenzione che potremmo fare.

Solo che più costruiamo e meno spazio possiamo lasciare al verde. È una contraddizione.

Si, però questo non è un problema che si può risolvere all’interno del nostro comune perché è una normativa nazionale. Quella della costituzione del bilancio comunale, la cui composizione lega entrate e uscite in questo modo, andrebbe certamente rivista. L’attuale visione dei bilanci economici degli enti ha una scarsa correlazione con il cosiddetto bilancio ambientale. Ed è un altro indice che le istituzioni, a tutti i livelli, ancora devono fare molta strada quando si parla di cultura e sensibilità ambientale.

Si riuscirà in futuro a salvaguardare aree verdi rispetto a nuove costruzioni?

Oggi bisogna fare i conti con un piano regolatore varato nel 2006. Non possiamo modificare le scelte fatte in passato, ma possiamo guardare al futuro. Oggi abbiamo scelto ad esempio di valorizzare l’area del Parco dei Casali.

Cosa succederà in quella zona?

Il Parco dei Casali, anche detto parco della tenuta del Muro dei Francesi, è una area di proprietà del Comune, dove ci sono ancora delle problematiche da risolvere. Al momento il tema è in mano all’Assessorato all’Urbanistica, ma io intravedo concrete possibilità di arrivare all’obiettivo del Parco, che consentirebbe di rendere fruibile per i cittadini un importante patrimonio verde, dando allo stesso tempo il giusto risalto all’area archeologica al suo interno.

Quindi, tornando al verde cittadino, la nuova Ciampino sarà sostenibile e inclusiva?

Sarà inclusiva per tutti, anche verso gli anziani, verso le persone con difficoltà motorie e disabilità, nel vero concetto di democrazia. Anche per questo sarà attivata la zona 30 nel centro cittadino, e sarà incentivata la possibilità di spostarsi in maniera sostenibile e alternativa alle autovetture, perché questo vuol dire pensare alle sfide che le generazioni future dovranno affrontare, non lasciando loro solo problemi, ma anche una società che ha capito e fatto proprio il concetto stesso di sostenibilità.

Dal canto mio ho proposto che nel prossimo Piano del Traffico vengano inserite anche le strade scolastiche; inoltre sto lavorando su provvedimenti che dotino Ciampino di un sistema bike e car sharing, in un’ottica di intermodalità, ragionando anche sulle connessioni con i sistemi dei comuni limitrofi, con l’obiettivo di ridurre il traffico e il numero di auto presenti.

A proposito di auto, la minaccia autodemolitori la possiamo ritenere conclusa?

Purtroppo no. Nonostante il “NO” della soprintendenza, il Ministero potrebbe decidere di derogare lo stesso. Adesso siamo in attesa, nel frattempo abbiamo impugnato la richiesta del Comune di Roma e qualora dovesse uscire un atto di deroga siamo pronti a impugnare anche quello.

5G: il piano e il regolamento aggiornato delle antenne è pronto?

Il regolamento delle antenne è pronto, mi sono confrontata anche con chi ha scritto la Legge Regionale nella passata consiliatura regionale e abbiamo recepito tutto quello che prevede questa norma. Per questo è stata preparato anche una proposta di Piano antenne. Siamo in attesa della pubblicazione per la ricezione delle osservazioni.

Su questo tema però, credo ci sia un grande ‘misunderstanding’. La pianificazione delle infrastrutture di Stazioni Radio Base passa per il Ministero delle Telecomunicazioni (oggi Ministero Imprese e Made in Italy), che si occupa dello sviluppo di questa infrastruttura strategica per il Paese e che ha importanti riflessi per la sicurezza dei cittadini.

I Comuni intervengono su una parte molto residuale di tutto il processo, scegliendo siti dove, preferibilmente, le compagnie telefoniche possono installare. Infine la competenza sulle misurazioni delle emissioni è invece in capo a ARPA, che è deputata a dirci se il livello di emissione è conforme o meno alle norme in vigore

Quello che abbiamo cercato di fare nella scelta di questi siti, è stato privilegiare le aree pubbliche per avere un maggiore controllo ed evitare l’ulteriore consumo di suolo, preferendo lo sfruttamento di coperture.

Quando ho preso in mano la prima versione di Piano c’era un traliccio di 30 metri a Via IV Novembre e venivano individuate alcune aree private come preferenziali.

La modifica più significativa sul regolamento invece ha riguardato le competenze per la modifica del Piano: sarà il consiglio comunale a dover approvare eventuali modifiche e non la giunta comunale, come inizialmente proposto dai tecnici incaricati.

Le modifiche apportate sono state numerose e questo ha richiesto del tempo.

Possiamo preannunciare che è stato applicato un principio di precauzione?

In Italia oggi il limite è stato innalzato dai 6 ai 15 Volt/metro, che è comunque molto distante dalle raccomandazioni dell’ICNIRP, o International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection, la commissione internazionale incaricata di indagare sulla sicurezza delle emissioni, che ha indicato in 61 volt per metro il limite massimo. Inoltre l’Italia ha fissato limiti molto più restrittivi anche rispetto a quanto contenuto dalla Raccomandazione Europea in materia, che fissa diversi limiti di campo elettrico in funzione della frequenza. Ad esempio, sono pari a 41,25 V/m per un telefono mobile a 900 MHz e a 61 V/m per un forno a microonde a 2,4 GHz.

Possiamo quindi affermare che la normativa italiana si basa, come tutta la nostra legislazione ambientale, su un principio di precauzione, anche per l’inquinamento elettromagnetico, i cui effetti negativi sulla salute sono ancora una questione ampiamente aperta, perché mancano prove definitive degli effetti biologici negativi delle onde elettromagnetiche sull’essere umano.

Partendo da questi dati, dobbiamo osservare che a Ciampino, quando sono state fatte le rilevazioni (estate 2021), il valore più alto riscontrato, tra l’altro in un punto solamente, è stato pari a 2,8 V/m. Per tutto il resto del territorio i valori sono risultati di gran lunga inferiori a 1 V/m.

C’è poi un’altra cosa importante da dire sul tema: il maggior rischio per la salute, anche se i dati si riferiscono ai cellulari di prima generazione, riguarda l’uso non consapevole dei cellulari ed è bene ricordare a tutti comportamenti utili e responsabili: limitare il tempo di utilizzo con l’apparecchio vicino alla testa; utilizzare gli auricolari oppure la modalità viva-voce quando si telefona (mantenendosi a una distanza di 30-40 cm si riduce drasticamente l’assorbimento delle onde emesse dall’apparecchio); evitare di spostarsi troppo durante la telefonata in modo da rimanere collegati allo stesso ripetitore (infatti l’emissione di onde a radiofrequenza è massima quando l’apparecchio cerca la linea agganciandosi a un nuovo ripetitore dopo essersi sganciato dal precedente, cosa che avviene frequentemente quando si telefona in auto o in treno); non tenere il telefono in tasca, ma riporlo in borsa.

Ritengo in generale che qualcuno, anche inconsapevolmente, svii il dibattito su questo argomento, infondendo timori su scenari inesistenti, mentre questo tema, che fa parte comunque dello sviluppo di un territorio e che crea opportunità per quel luogo, è certamente un tema delicato, ma che dobbiamo affrontare seguendo le conoscenze scientifiche.

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Last Updated on 11 Giugno 2024 by Autore G

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