Cessione dei crediti d’imposta e superbonus. Le proposte Lapet e Assoprofessioni alla Camera dei Deputati

Cessione dei crediti d’imposta e superbonus. Le proposte Lapet e Assoprofessioni alla Camera dei Deputati
Casa del Tempo, Servizi per la terza età

(Adnkronos) – Roma, 28 febbraio 2023.In materia di cessione dei crediti d’imposta e superbonus interessanti le proposte che la Lapet, nell’ambito di Assoprofessioni, ha presentato in audizione presso la Commissione Finanze della Camera dei Deputati il 27 febbraio scorso. Quello del superbonus è senza dubbio un tema caldo sul quale l’associazione aveva avuto modo di intervenire ancor prima che si aprisse la “questione”. Infatti, il presidente nazionale Lapet Roberto Falcone, in qualità di segretario generale Assoprofessioni, in apertura del suo intervento ha precisato: “E’ indubbio che la possibilità di accedere alle agevolazioni del super bonus 110% abbia contributo in modo rilevante a rilanciare la nostra economia in un periodo storico fortemente provato prima dalla pandemia ed oggi dalle conseguenze del conflitto Russia-Ucraina e da un’inflazione a due cifre che riduce sempre più la capacità d’acquisto dei contribuenti. I limiti dell’intervento avevamo già avuto modo di segnalarli in un’apposita memoria depositata presso questa Commissione nel 2020 in occasione della conversione in legge del cosiddetto decreto Rilancio. Precisamente evidenziavamo la necessità di una percentuale ridotta, di un’erogazione del contributo a stato avanzamento lavori e previo le opportune verifiche sui cantieri, la possibilità di smobilizzo dei crediti acquisiti da parte delle banche. Ci spiace dover constatare che forse fummo facili profeti tant’è che a distanza di circa tre anni dobbiamo riconfermare e ripetere le osservazioni formulate in occasione della conversione in legge del decreto Rilancio”. Rinviando alla lettura del documento depositato in commissione dove è possibile conoscere più dettagliatamente le proposte suggerite, in chiusura Falcone ha tenuto a precisare che “in ogni caso, in relazione all’esperienza maturata in questi anni, si ritiene opportuno che la percentuale dell’intervento sia ridotta all’80% e che sia ampliata la platea dei soggetti abilitati all’apposizione del visto di conformità ai tributaristi qualificati di cui alla legge n. 4/2013 e certificati a norma UNI 11511:2020”. In merito a quest’ultimo aspetto, “si tratta di una questione di grande urgenza in quanto, la mancata previsione della possibilità di apporre il visto di conformità alla categoria professionale dei tributaristi, determina una vera e propria discriminazione, per di più se si considera che questo documento è richiesto per poter beneficiare della cessione del credito di imposta. Infatti, anche i tributaristi forniscono assistenza e consulenza contabile e fiscale nei confronti dei contribuenti e delle imprese, con i quali si instaura un rapporto di collaborazione e di fiducia. – ha aggiunto Falcone – Con l’esclusione di questi ultimi dalla possibilità di apporre il visto di conformità si riproporrebbe l’interruzione del rapporto fiduciario tra il tributarista, che ha seguito tutte le pratiche fiscali fino a quel momento, e il contribuente o l’imprese, che hanno fruito del suo servizio professionale. Infatti, non essendo il tributarista abilitato ad apporre il visto di conformità sarà necessario rivolgersi ad un altro professionista, generando un danno sia nei confronti della categoria professionale dei tributaristi, sia nei confronti di tutti i loro clienti, siano essi contribuenti o imprese”. Contatti: https://www.iltributaristalapet.it
 —immediapress/[email protected] (Web Info)

Last Updated on 28 Febbraio 2023 by Redazione 2

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