Castel Gandolfo, conferenza pubblica Diritto alla Salute.

Castel Gandolfo, conferenza pubblica Diritto alla Salute.

Di Emanuele Scigliuzzo

Il Comune di Castel Gandolfo, nella Sala Consiliare “Marcello Costa” ha ospitato la conferenza pubblica sul tema “Diritto alla Salute” – sui possibili rischi dei campi elettro magnetici e del 5G. Molti probabilmente avranno storto il naso nel leggere l’argomento della conferenza. Ma diciamoci la verità, saremmo disposti a tutto purché un telefonino abbia campo. Pur di avere connessione, di rimanere collegati a quella rete che imbriglia sempre di più anche la nostra capacità di pensare, saremmo disposti a tutto.

Abbiamo praticamente già rinunciato a tutto. La privacy, ad esempio, concetto dietro al quale spesso ci nascondiamo, in realtà l’abbiamo già lasciata da tempo in mano a chi ha la gestione world wide web. Ci ascoltano continuamente e capiscono i nostri desideri che, come per magia, puntualmente ci appaiono su quei dispositivi che tanto amiamo e dentro ai quali abbiamo il nostro mondo. Conoscono addirittura ogni spostamento.

Il nostro personale ecosistema lo abbiamo costantemente a portata di mano, meglio ancora di tap o di swipe up, gesti che ci permettono sempre più di controllare case, antifurti, addirittura auto a distanza. Ci siamo fatti ammaliare da comodità ormai apparentemente irrinunciabili che necessitano però, di una sempre più prestante tecnologia e innovazione tecnologica. Uno sviluppo sfociato nel 5G, che non è l’evoluzione dei precedenti sistemi, ma una vera innovazione.

Le onde del 5G sono diverse per caratteristiche rispetto alle precedenti. Sono più piccole, per questo dette millimetriche, ma necessitano di una maggiore frequenza di emissione. Rispetto alle precedenti però, hanno una maggiore capacità di penetrazione all’interno dei tessuti. Ecco perché sono tanti i sostenitori del NO al 5G. Ed ecco perché stiamo subendo un business della rete che si diffonde da antenne disseminate ovunque, perché va bene tutto, purché prenda. 

5g

E allora che importa se domani mattina alziamo la serranda e, sorpresa! Ecco una nuova antenna. Che fortuna, potrebbe addirittura pensare qualcuno, cosi il telefono prenderà meglio! La realtà però, è un’altra. Dati scientifici alla mano ci stiamo garantendo un futuro autolesionista senza pari. Ecco perché è importante sensibilizzare le persone e sono importanti gli eventi come la conferenza Diritto alla Salute.

Presenti all’evento il sindaco, Alberto De Angelis, Paolo Gasperini, Presidente del Consiglio Comunale di Castel Gandolfo, Enrico del Vescovo, di Italia Nostra sezione Castelli Romani che ha organizzato l’evento, Giuseppe Teodoro, di Ecoland, Riccardo Ricci del progetto PRAEET e in collegamento dalle Marche, la dottoressa Debora Cuini. Tra il pubblico diversi anche gli esponenti del consiglio comunale di Castel Gandolfo.

Ha preso la parola anche Veronica Cimino, ex sindaca di Rocca di Papa, alla quale va dato atto di un coraggio raro: quello di mettersi contro i poteri forti per combattere un sistema che è disposto a passare su tutto, pur di ottenere quello che vuole. Ha combattuto, o almeno ci ha provato, per abbattere lo scempio di Monte Cavo, territorio di Rocca di Papa. Antenne che deturpano il paesaggio, poste su un sito archeologico importante e ancor di più, dannose per la salute dei cittadini. Per ora hanno vinto loro, ma Veronica Cimino tutto sembra, tranne che sconfitta.

Quello che è emerso dall’aula consiliare gremita da un pubblico sensibile al tema dell’inquinamento elettromagnetico, probabilmente perché colpito in prima persona, è che il quadro normativo attuale che prevede leggi che favoriscono il proliferare di queste antenne. Unico freno a cui ci si può appellare, è la salute dei cittadini: un diritto però troppo spesso difficile da difendere.

Le antenne però non vanno viste come il male in assoluto: secondo progetti etici come il PRAEET (Piano di Riassetto Analitico delle Emissioni Elettromagnetiche Territoriali), possono essere funzionali ad una copertura totale di un territorio, attraverso la minimizzazione delle stesse, collocandole strategicamente senza necessariamente invadere il territorio comunale.

“Negli ultimi venti anni di leggi, si sono susseguite norme che hanno semplificato i codici in materia di telecomunicazioni favorendo in ogni modo, nel nome dell’interesse nazionale, i gestori. Norme che però nulla hanno fatto per tutelare la salute dei cittadini. Ogni nuova norma non ha fatto altro, inoltre, che depotenziare gli enti locali. La situazione attuale, nella regione Lazio, è l’obbligo (la cui mancata osservazione non prevede però conseguenze), per ogni Comune, di dotarsi di un piano antenne: un regolamento che come tale va inquadrato nell’ordinamento normativo, e che ha quindi ha valenza giuridica, ma minore rispetto a una Legge nazionale” a dirlo nel suo intervento è Giuseppe Teodoro di Ecoland.

Quello che appare evidente, è una stortura rispetto a questo regolamento, osservata nel suo intervento anche da Enrico del Vescovo, di Italia Nostra Castelli Romani ovvero: a redigere questi piani antenne spesso, sono aziende direttamente collegate a chi queste antenne poi li installa. Il chiaro conflitto di interesse però, non costituisce un’anomalia legislativa. Il piano antenne comunale è l’unico strumento che, una volta redatto, si può far valere contro nuove istanze di posizionare antenne in punti non previsti dallo stesso regolamento, purché il diniego avvenga nei tempi di legge. Altrimenti vale il silenzio assenso.

Una volta notificato il rifiuto, sarà il gestore a dover ricorrere al giudice per dimostrare invece che quel regolamento va contro l’interesse nazionale di una copertura totale del territorio. La giurisdizione in questa situazione, almeno nella maggior parte dei casi, osserva ancora Teodoro, è a favore degli enti locali. Per questo è più che mai fondamentale, da parte degli enti locali, affidare la redazione del piano antenne ad aziende etiche che puntano a minimizzare la presenza di queste infrastrutture, garantendo comunque l’efficacia delle comunicazioni. Intanto viviamo in un mix letale di inquinamento che sta compromettendo le nuove generazioni.

Su scala mondiale, fa presente la dottoressa Cuini nel suo intervento, un numero sempre maggiore di bambini presenta problemi del neuro sviluppo. In aumento, su base annua dell’1,2% nell’ultimo periodo, anche il trend delle patologie tumorali infantili con quelli legati a fattori di inquinamento. Il 33% dei bambini sotto i 5 anni invece soffre di patologie legate all’ambiente. I problemi legati all’inquinamento elettromagnetico non sono dovuti solo all’antenna o al cellulare, ma è anche ad un utilizzo sbagliato dei dispositivi elettronici.

Per quanto la tecnologia ci possa aiutare, ed è meravigliosa, occorre farne un uso corretto prosegue la dottoressa Cuini. I campi elettromagnetici nello specifico, sono molto impattanti nello sviluppo neurologico infantile perché il nostro DNA funziona come un’antenna. Quando ci esponiamo a un campo elettromagnetico esterno, il nostro DNA non fa altro che ricevere delle informazioni che influenza le celle stesse.

Nella fase dello sviluppo fetale bisogna tener presente che l’attività frenetica della crescita dell’embrione esposta a intensi input esterni, provoca lo sviluppo, nei 1000 giorni della nuova vita, i presupposti per patologie tipiche dell’età adulta. Particolare attenzione bisogna fare poi anche nei primi anni di vita dei bambini che subiscono in modo maggiore gli effetti delle onde elettromagnetiche. L’unica soluzione quindi precorribile è quella della precauzione. È proprio questa l’unica arma che abbiamo a disposizione e dobbiamo usarla. Perché va bene purché prenda, ma solo se rispettiamo noi stessi prima di tutto.

Last Updated on 26 Marzo 2023 by Autore E

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Redazione

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