Albano, un pomeriggio poetico con Aldo Onorati

Albano, un pomeriggio poetico con Aldo Onorati

Il professore, scrittore e poeta di Albano ha presentato Creature di Fumo, una raccolta di alcune delle sue opere tradotte in catalano da Maria Carmen Pellicer.

Di Emanuele Scigliuzzo

ALBANO LAZIALE – Parlare di Aldo Onorati non è semplice, considerato che è uno straordinario poeta, un uomo dalla cultura profonda che parla della letteratura italiana con una semplicità, una leggerezza e un’ironia sconvolgente, che quasi mascherano la sua riverenza verso questa materia. Si definisce come un “musicista prestato alla poesia”, anche se i suoi versi sono stati ispirati dai grandi poeti della storia. La musica, ha giocato un ruolo fondamentale per i suoi componimenti, lui che l’ha studiata “dal grande maestro Cesare Durante di Albano” come ha ricordato in occasione del pomeriggio poetico presso il museo Diocesano diretto da Roberto Libera. “La poesia è come la musica, deve avere un ritmo e come questa, deve seguire regole ferree per funzionare bene” ha spiegato il poeta. “Il più grande dei poeti del ‘900 – dice Aldo Onorati davanti a una platea che sembra attendere ogni suo concetto come aria – per quanto riguarda la tecnica è certamente D’Annunzio”.  Aldo Onorati si confessa al suo pubblico e dice che negli anni si è nutrito dei più grandi poeti della storia. Su tutti, neanche a dirlo, Dante che legge da anni e lo definisce come “il punto massimo a cui può giungere il genio umano, da farti domandare: ma io cosa scrivo a fare? Infatti ho smesso da oltre trent’anni. Se tutti leggessero Dante, incalza ancora Onorati, nessuno scriverebbe più poesie”. “Dante oggi sottolinea poi Onorati, è un po’ una moda che in molti seguono e che tanti scrivono di lui senza conoscerlo veramente. Com’è possibile?” si domanda, lui che “è il poeta più difficile al mondo? Io sono anni che ci lavoro e ancora non ho compreso parecchie parti” conclude.

Aldo Onorati ha iniziato a studiare la tecnica della poesia dalla terza media, uno studio proseguito nel tempo e che l’ha portato nella fase finale a comporre versi con tecniche più raffinate.

Ma al di là della tecnica usata afferma Aldo Onorati, “Fare poesia significa mettere dentro la parola, tutto il succo della nostra umanità perché la parola si deve riempire. E’ questione di energia vitale. Perché non è solo questione di scrivere, ma è quello che ci metti dentro la parola”. E di energia vitale, Aldo Onorati ne ha da vendere. Quando Bruna De Felici, che ha moderato il pomeriggio poetico presso il Museo Diocesano di Albano, e che insieme a Cristina Chetry ha interpretato alcune opere di Aldo Onorati, ha chiesto al poeta se fosse ancora malinconico come da giovane, la risposta è una lezione di vita che andrebbe letta e scolpita nelle scuole di tutta Italia: “Adesso vedo la terra dalla Luna. Prima ero malinconico perché la vita mi sembrava corta e piena di dolore. Invece adesso mi sono rassegnato, ho capito che noi siamo un’espressione dell’universo momentanea e non dobbiamo cercare l’immortalità dell’anima o la gloria ‘imperitura’, tanto l’umanità, che con questo clima tra un centinaio di anni non ci sarà più, non è che si mette a leggere le poesie. Dobbiamo ringraziare, a Dio o a chiunque ci sia, per il miracolo della vita! Dura poco? Vabbè è un miracolo! Certo si paga caro questo miracolo, ma se non fossimo mai nati non avremmo saputo che esiste un universo così smisurato, che c’è il problema di Dio, che c’è l’amore e che c’è l’odio che a un certo momento distrugge tutto eppure, tutto rinasce come l’Araba Felice dalle proprie ceneri. Che c’è la bellezza del sole, della notte, il mistero! Oh! A me basta e questo non mi rende più malinconico. Non sono neanche allegro, sono sereno”. Una serenità che traspare e che si è trasformata in forza coinvolgente e contagiosa, capace di emozionare quando nel finale, Aldo Onorati, con uno straordinario trasporto recita Dante lasciando la platea ammutolita e totalmente in estasi. Il pomeriggio poetico è stata l’occasione per presentare “Creature di Fumo”, un volume di raccolta di poesie di Aldo Onorati, tradotte per la prima volta in catalano da Maria Carmen Pellicer, edito da Edizioni Controluce e impreziosito dalla copertina che riproduce “Il faro”, un dipinto di Carlo Fortini.

Il pomeriggio poetico è stato un meraviglioso momento culturale arricchito dall’accompagnamento musicale del maestro Lorenzo Federici, che ha eseguito con la chitarra alcuni pezzi catalani.

Non è un caso che Aldo Onorati sia stato tradotto in ventiquattro lingue e apprezzato in tutto il mondo, è certamente un onore e un privilegio invece, per i Castelli Romani e Albano in particolare, aver dato le origini a un poeta raffinato e a un uomo autentico.

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Last Updated on 7 Maggio 2024 by Autore G

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